Politica
Meloni vede Weber Ppe per ribaltare l'Ue e irrita Berlusconi. Inside
Gli equilibri a Bruxelles e l'incognita della Lega
Scardinare e rompere l'alleanza tra il Ppe e i Socialisti al Parlamento europeo e quindi nelle principali istituzioni Ue, Commissione in testa. E' questo l'obiettivo principale dell'importante incontro a Roma tra la premier Giorgia Meloni e il presidente dei Popolari, il tedesco Manfred Weber. L'appuntamento è quello delle elezioni europee del 2024 quando Fratelli d'Italia, che guida il Conservatori e Riformisti di ECR, punta a fare il pieno di voti, grazie anche a partiti amici in altri Paesi come Polonia, Spagna e Repubblica Ceca, per poi arrivare a un'alleanza Popolari-Conservatori relegando la sinistra socialista all'opposizione.
La mossa di Meloni di vedere direttamente Weber, quando il partito italiano di riferimento per il Ppe è Forza Italia, ha irritato non poco Silvio Berlusconi che, in qualche modo, si è sentito scavalcato e ignorato. La premier gioca in prima persona sul tavolo europeo, che è fondamentale e determinante. La Legge di Bilancio, grazie anche al rigore del ministro Giancarlo Giorgetti, è stata molto draghiana, all'insegna della prudenza. E infatti ci sono già molti delusi, ad esempio per il mancato rinnovo dello sconto sulla benzina con il taglio delle accise non rifinanziato (per ora), ma che costa un miliardo di euro al mese.
Per Meloni la cosa più difficile è conciliare le promesse elettorali con il doveroso rispetto del rapporto con Bruxelles. A testa alta in Europa, vero, ma senza strappi e rotture. Soprattutto con la Bce che continua ad alzare i tassi di interesse e viene costantemente bastonata dal ministro meloniano doc Guido Crosetto, ma non direttamente dalla presidente del Consiglio. Con la riforma del Patto Ue che andrà scritta nel 2023-2024 e con l'ipotesi di un nuovo scostamento di bilancio da chiedere, e provare a ottenere, servono buoni rapporti con Bruxelles.
Impossibili con il Pse, cioè il Pd in Italia, e quindi il tentativo di costruire l'asse con i Popolari, anche alla luce del Qatar-gate che ha colpito i Socialisti, serve proprio a Meloni per ritagliarsi in prospettiva un ruolo di primo piano in Europa. Punto interrogativo la Lega, che al Parlamento Ue fa parte di Identità e Democrazia, gruppo messo di fatto ai margini, e che in qualche modo dovrebbe e potrebbe rientrare in questo discorso, anche se tra ECR e ID non corre buon sangue (a livello europeo e non italiano). Una partita a scacchi, difficile da costruire, ma il faccia a faccia con Weber è il primo, fondamentale, step.