Politica

Mega, il movimento politico di Musk che dà l'assist a Meloni per guidare la nuova era dell'Europa 

Il patron di Tesla e X lancia sui social un nuovo movimento "Make Europe great again". Meloni, che conosce il linguaggio di Musk e Trump, ha ora l'occasione per guidare davvero la vera svolta europea

di Marco Scotti

Musk-Mega, ora l'Europa ritrovi unità d’intenti e porti avanti il tema della difesa comune e del debito comune

Nel periodo compreso tra il 1324 e il 1326 l’imperatore del Mali Mansa Musa compì un viaggio verso la Mecca durante il quale elargì una tale quantità di oro e preziosi che causò una crisi monetaria e inflattiva in Egitto che durò per i successivi 12 anni. Mansa Musa viene oggi riconosciuto come l’uomo più ricco della storia con un patrimonio che, attualizzato, oscillerebbe tra i 500 e gli 800 miliardi di dollari. 

Rapido salto in avanti di 700 anni e un altro uomo, piuttosto benestante, presenta il suo “Mega” progetto per l’Europa volto a rendere il Vecchio Continente un terreno di scontro e di taglio netto con il passato e con la tradizione illuminista. Hai voglia a usare il fioretto come sta facendo - male e senza costrutto - la sgangherata commissione Ue che si riempie la bocca di road map e strategie mentre dall’altra parte dell’Oceano si mettono a punto dazi e strategie commerciali  aggressive. Elon Musk come Mansa Musa? Anche peggio, perché il sudafricano è assai più determinato nel suo disegno di destabilizzare l’Europa e non solo. Oggi tra l'altro si ritrova tra le mani il Tesoro americano, un fiume di denaro di circa 6mila miliardi di dollari. Altro che l'oro di Mansa Musa. 

L’insoddisfazione è il più potente propellente per realizzare scenari impensabili. E Musk lo sa bene: soffia sul fuoco di una Germania allo sbando, attende fiducioso che analogo scenario si materializzi in Francia e spera che perfino nel Regno Unito si possa ottenere un’ascesa incontrollata dell’extra-destra anti europeista. Per farlo, Musk ha a disposizione un social network, un sistema di satelliti che hanno fornito la connessione agli ucraini finché un giorno il magnate sudafricano si è stancato e li ha spenti senza tante parole. Ha portato un tema all’attenzione del grande pubblico, quello della mobilità elettrica, trasformando un’idea nell’azienda automotive più capitalizzata in Borsa nonostante venda ben poco. Di più: ha cambiato l’agenda dell’Europa in tema di mobilità, convincendoci che entro il 2035 si doveva passare all’elettrico, salvo poi sostenere l’amministrazione Trump che invita a comprare “l’auto che volete” e spinge a fondo su nuove perforazioni. 

Ecco, siamo arrivati alla svolta per cui gli oltre 400 miliardi di Musk, più ancora dei muscoli esibiti di Trump, sono in grado di cambiare le agende dei continenti. E qui c’è la grande sfida che attende l’Europa e la grande opportunità che ha l’Italia: il Vecchio Continente deve trovare unità d’intenti, portare avanti il tema della difesa comune e del debito comune. Il piano Draghi, che tutti fanno finta di non conoscere, lo dice chiaro: servono centinaia di miliardi all’anno o per tornare a essere importanti. Il piano Mega annunciato da Musk al congresso Afd c’è già e basterebbe applicarlo per trovare una nuova linfa a un continente ormai asfittico, vaso di coccio tra Cina e USA. 

In tutto ciò, l’Italia: Giorgia Meloni ha l’opportunità di guidare questa nuova era dell’Europa, conoscendo il linguaggio di Musk e Trump e potendo quindi declinarlo a vantaggio dell’Italia e del Vecchio Continente. La visita a Washington, tanto criticata dagli altri Paesi, potrebbe essere stato il primo tassello per cambiare le cose. Speriamo, perché l’Europa, nella sua interezza, sarebbe il secondo Paese per Pil dopo gli USA e prima della Cina. Ma se si prendono i Paesi singolarmente il rischio di restare schiacciati è altissimo. In bocca al lupo. 

 

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