Politica
Occhio a quando Renzi non twitta
L'altro giorno, una signora che conosco da tanti anni mi ha chiesto: 'Adriana, ma cos'è questo Italicum? È una cosa buona o cattiva?' Io le ho spiegato di cosa si tratta, senza dare giudizi, e lei, alla fine, mi ha detto: 'allora è una cosa buona perché così ci sarà chi finalmente fa le cose'. Io ho cercato di spiegarle che, però, c'è qualcuno che contesta l'autoritarismo della riforma. Ma lei mi ha detto: 'troppa democrazia non va bene. Ci vuol qualcuno che decida e faccia'. Bene.
Ci ho riflettuto e ho capito che essere un 'homo faber' è quel che piace di Renzi ma rischia anche di diventare il suo limite. Non so se è evidente che il presidente del Consiglio parla e twitta solo quando quel che dice suscita consenso e approvazione. Tipo, appunto, 'guarda che questo finalmente fa!' La sua narrazione è, sempre e comunque, di una persona che non ha dubbi e sa dove andare. Quando, invece, non sa bene cosa dire perché la favola dell'homo faber non c'entra, allora tace, e, in quel caso, si può capire che è in difficoltà.
Due esempi su tutti. La vicenda delle pensioni. Qui c'è un problema gigantesco. Da una parte una sentenza che obbligherebbe il Governo a tirar fuori circa 10 mld per rimborsare tutti i pensionati. Dall'altra la necessità di non mettere a rischio i conti pubblici che suggerisce di rimborsare solo le pensioni più basse. Bene. Peccato che lui, Renzi, un pensiero di questo genere non lo esprima perché vorrebbe dire insinuare il dubbio che lui, l'homo faber, ha un'indecisione e non sa quale strada prendere. E comunque, non può neanche dire che non rispetterà la sentenza o che farà aumentare il deficit. Ecco allora che manda avanti gli altri. Da Padoan a Poletti che possono benissimo dire una cosa e poi aggiustare il tiro. Ma lui no. O dice qualcosa di 'attivo', e da la colpa ai rosiconi, o sta zitto. E i pensionati, che si vedranno negare un diritto sancito dalla Consulta, questa non gliela perdoneranno. Idem per la vicenda profughi. È bastato che dicesse che il vertice europeo da lui convocato aveva avuto 'risultati clamorosi' perché tutti, da destra a sinistra, lo sbugiardassero. Fino a quando lo stesso presidente della Commissione europea Junker, che non è del suo partito, ha detto che i risultati del vertice erano insoddisfacenti e l'Italia era stata lasciata sola.
Ecco. Da quel momento silenzio. Siccome, la sua presunzione non è tale da offuscare il buon senso, il premier vede bene, ora, di tacere. Perché non potrebbe dire nulla di spavaldo o propositivo. Peccato che chiunque faccia un giro alla Stazione Centrale di Milano si accorge del livello di inciviltà in cui vivono centinaia di profughi accampati in condizioni di disagio e precarietà. Con il supporto del Comune, per quel che può, e soprattuto del Terzo Settore. Con l'assenza assoluta, materiale e verbale, del Governo. Ed ecco che, ancora, il premier manda vanti qualcun altro. Come Alfano che ha sussurrato che a Milano in stazione la situazione era 'regolare'. E Renzi? Nessun tweet o selfie. Nessuna dichiarazione. Per non parlare dei profughi che rifiutano l'albergo perché ci sono le donne sposate o quelli che si lamentano della mancanza del Wi-Fi in camera, Certo, qui non può dire: colpa dei sindacati o dei gufi. Qui deve prendersi le responsabilità e ammettere che l'Europa ci lascia soli. O che di fronte ai nostri lasciati in strada l'idea di queste persone negli alberghi è insopportabile. Ma per lui, che è ossessionato dalla narrazione positiva, è impossibile. Ecco che allora sta zitto. Proprio su questi punti, allora, l'opposizione interna ed esterna al PD, dovrebbe insistere. Non dove lui ci racconta di quanto è bravo perché fa. Ma qui, dove non può dire perché non può neanche far finta di fare. Perché il valore di un leader si misura anche nella sua capacità di mediazione e di reazione ai problemi e agli insuccessi eclatanti. Lui su questo è debole. Sta zitto. Non reagisce. Meditate gente dell'Opposizione.
Meditate.
Di Adriana Santacroce
@AdriSantacroce