Politica

Open Arms, Salvini cambia strategia: i leghisti voteranno 'no' al processo

L'ex ministro dell'Interno deposita la sua memoria alla giunta del Senato che tra dieci giorni voterà sulla nuova richiesta di autorizzazione a procedere avanza

Open Arms, Salvini: toccava a Madrid. E punta a no a processo

"E' una follia dover essere processati perchè una nave spagnola ha raccolto migranti in acqua maltesi. La Spagna ha concesso il porto sicuro a Madrid. Il comandante ha detto di 'no' alla Spagna e si e' diretto in Italia. E io rischio processo? Con il governo spagnolo che si era detto favorevole, evidentemente era un attacco premeditato all'Italia e agli italiani e al ministro".

Nel giorno in cui deposita la memoria difensiva sul caso Open Arms, per cui è accusato di sequestro aggravato dal Tribunale dei ministri, il segretario leghista parte all'attacco con una diretta Facebook di prima mattina. Nella memoria che depositerà in Giunta per le immunità al Senato poco dopo, la ricostruzione della vicenda e le tesi difensive. La Giunta, che deve decidere, come per la Gregoretti, se concedere o meno l'autorizzazione a procedere, si riunirà domani alle 13: il presidente, Maurizio Gasparri, farà la sua proposta, su cui si aprirà il dibattito in vista poi delle successive decisioni.

Il segretario leghista non ha ancora dato una indicazione di voto netta ai suoi cinque senatori in Giunta ma l'orientamento - a quanto appare dalle sue dichiarazioni e trapela da fonti parlamentari - sarebbe, stavolta, quello di esprimere un voto contrario al processo, diversamente da quanto avvenuto con il caso della Gregoretti (quando i leghisti votarono sì in Giunta e uscirono durante il voto dell'Aula del Senato). "Un processo mi basta. Con la Gregoretti era una nave italiana, stavolta era spagnola: non e' che se sbarcano gli alieni e' sempre colpa di Salvini", ha detto oggi.

Nella memoria difensiva, in particolare, l'ex ministro dell'Interno ha sostenuto che l'indicazione del 'porto sicuro' spettava alla Spagna o a Malta, e non all'Italia, e che il comandante della Open Arms ha deliberatamente rifiutato il 'pos' (place of safety) indicato successivamente da Madrid, perdendo tempo prezioso al solo scopo di far sbarcare gli immigrati in Sicilia come gia' aveva fatto nel marzo 2018 ricavandone un processo per violenza privata e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. 

 

Nel testo, Salvini ha tentato di ricostruire la vicenda, sostenendo che i primi Paesi contattati e informati da Open Arms dopo le operazioni di salvataggio, fossero la Spagna (Paese di bandiera della nave) e Malta (zona piu' vicina al punto dei salvataggi). "L'Italia non aveva alcuna competenza e alcun obbligo con riferimento a tutti i salvataggi effettuati dalla nave spagnola Open Arms in quanto avvenuti del tutto al di fuori di aree di sua pertinenza", ha precisato. A dimostrarlo, secondo Salvini, lo scambio di corrispondenza tra La Valletta e Madrid nei primi giorni dell'agosto 2019 a proposito del porto sicuro: c'e' un reciproco rimpallo di responsabilità ma non viene mai citata Roma. Per Salvini, "e' sicuramente lo Stato di bandiera della nave che ha provveduto al salvataggio che deve indicare il 'pos' nei casi di operazioni effettuate in autonomia da navi ong".

Open Arms - ha sostenuto il leader della Lega - ha chiesto il 'pos' all'Italia la sera del 2 agosto ma, secondo l'ex ministro, non poteva ricadere sullo Stato italiano l'onere di una risposta di competenza di altri Stati, anche perchè Open Arms poteva dirigersi verso altri Paesi che avevano l'obbligo di accoglierla. Il primo agosto il decreto firmato da ministero dell'Interno, Difesa e Infrastrutture impediva alla Open Arms ingresso, sosta e transito e nulla cambiava il provvedimento del Tar del 14 agosto: non si puo' confondere l'ingresso in acque territoriali, a fini di sicurezza e navigazione e di assistenza alle persone bisognevoli, con il diritto allo sbarco e all'attracco, si legge nella memoria.

Lo confermano - si sostiene - gli stessi legali di Open Arms che il 19 agosto hanno chiesto una integrazione al precedente decreto cautelare del Tar per consentire approdo e sbarco. Salvini, infine, ha ricordato che l'imbarcazione era omologata per sole 19 persone. Il comandante, dopo il primo salvataggio effettuato in zona Sar libica il primo agosto con 55 persone portate a bordo, ne prese altre 69 il 2 agosto: e, a suo giudizio, doveva immediatamente dirigersi verso Spagna, Malta o Tunisia. Invece, "il comandante ha deliberatamente scelto l'Italia quale luogo di attracco e sbarco".

 

Il comandante - si legge - ha rifiutato il pos concesso dalla Spagna il 18 agosto e addirittura rifiutato l'assistenza offerta dalla Capitaneria di Porto italiana che si era detta disponibile ad accompagnare la nave verso la Spagna, prendendo a bordo alcuni immigrati. In piu', la stessa Spagna aveva inviato verso Lampedusa l'unita' Audaz per dare assistenza alla Open Arms (18 agosto). E' quindi paradossale - si conclude - affermare che, per il solo fatto di essere entrata in acque italiane senza aver ottenuto il Pos, possa configurarsi il reato di sequestro di persona.

Gli eventi dell'agosto 2019 sono simili a quelli del 16 marzo 2018, che avevano coinvolto Open Arms e lo stesso comandante e rispetto ai quali la procura di Ragusa aveva gia' chiesto il rinvio a giudizio (accuse: violenza privata e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il Viminale e' parte lesa). "Appare" dalla ricostruzione dei fatti "che l'interesse pubblico coinvolto sia di limpida e cristallina evidenza sotto molteplici e svariati profili - conclude la memoria -, che segnano inequivocabilmente la linea su cui si è articolata tutta l'attività della compagine governativa nella gestione dell'evento". 
 

"Da parte del Pd c'e' una aggressione giudiziaria e una cattiveria che raramente ricordo negli ultimi anni, e' triste che cerchi di vincere in tribunale e non alle elezioni", ha sostenuto Salvini, al termine dell'incontro con gli amministratori leghisti, a Roma. "Non ha paura di questi processi perchè ho la coscienza pulita e ho solo difeso l'Italia e gli italiani, sicuramente non ero abituato a passare ore con gli avvocati a studiare inchieste e indagini". "Conto che in questo caso il Parlamento riconosca che il ministro ha semplicemente fatto il suo dovere", ha aggiunto. "Cercano di farmi passare la voglia. E' chiaro ed evidente che stanno agendo per spaventarmi o intimorirmi, sfiduciarmi. Ma io non mollo perchè ci sono i miei figli e perchè' ci siete voi. E confido che ci siano tanti magistrati liberi che vadano in tribunale a non fare politica ma giustizia". 

Open Arms: Giunta immunità, pervenuta memoria Salvini

 "È pervenuta alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari la memoria del senatore Salvini in merito alla vicenda della Open Arms. Domani alle 13.00 si terrà la riunione della Giunta e in quella seduta il relatore della vicenda, il Presidente Maurizio Gasparri, farà la sua proposta, su cui si aprirà il dibattito in vista poi delle successive decisioni”. E' quanto si legge in una nota della Giunta.

Open Arms: memoria Salvini, comandante ha rifiutato Pos (Place of Safety, approdo sicuro)

L’indicazione del 'porto sicuro' spettava alla Spagna o a Malta, e non all’Italia, e il comandante della nave ha deliberatamente rifiutato il 'pos' (place of safety) indicato successivamente da Madrid, perdendo tempo prezioso al solo scopo di far sbarcare gli immigrati in Sicilia come già aveva fatto nel marzo 2018 ricavandone un processo per violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.‎ E' quanto sostiene Matteo Salvini, nella memoria difensiva sul caso Open Arms, depositata stamane in giunta per le immunita' del Senato.

 Open Arms: memoria Salvini, comandante ha rifiutato Pos (Place of Safety, approdo sicuro)

Salvini, infine, ricorda che l’imbarcazione era omologata per sole 19 persone. Il comandante, dopo il primo salvataggio effettuato in zona Sar libica il primo agosto con 55 persone portate a bordo, ne prese altre 69 il 2 agosto: e, a suo giudizio, doveva immediatamente dirigersi verso Spagna, Malta o Tunisia. Invece, "il comandante ha deliberatamente scelto l’Italia quale luogo di attracco e sbarco”, sostiene.    Il comandante - si legge - ha rifiutato il pos concesso dalla Spagna il 18 agosto e addirittura rifiutato l’assistenza offerta dalla Capitaneria di Porto italiana che si era detta disponibile ad accompagnare la nave verso la Spagna, prendendo a bordo alcuni immigrati. In più, la stessa Spagna aveva inviato verso Lampedusa l’unità Audaz per dare assistenza alla Open Arms (18 agosto). È quindi paradossale - si conclude - affermare che, per il solo fatto di essere entrata in acque italiane senza aver ottenuto il Pos, possa configurarsi il reato di sequestro di persona. Gli eventi dell’agosto 2019 sono simili a quelli del 16 marzo 2018, che avevano coinvolto Open Arms e lo stesso comandante e rispetto ai quali la procura di Ragusa aveva già chiesto il rinvio a giudizio (accuse: violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il Viminale è parte lesa).

Nella memoria alla giunta, che dovra' decidere se concedere l'autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri che lo accusa di sequestro di persona, l'ex ministro dell'Interno Salvini ricostruisce la vicenda, sostenendo che i primi Paesi contattati e informati da Open Arms dopo le operazioni di salvataggio erano stati la Spagna (Paese di bandiera della nave) e Malta (zona più vicina al punto dei salvataggi). “L’Italia non aveva alcuna competenza e alcun obbligo con riferimento a tutti i salvataggi effettuati dalla nave spagnola Open Arms in quanto avvenuti del tutto al di fuori di aree di sua pertinenza” precisa. A dimostrarlo, lo scambio di corrispondenza tra La Valletta e Madrid nei primi giorni dell’agosto 2019 a proposito del porto sicuro: c’è un reciproco scambio di responsabilità ma non viene mai citata Roma.

Per Salvini “è sicuramente lo Stato di bandiera della nave che ha provveduto al salvataggio che deve indicare il Pos nei casi di operazioni effettuate in autonomia da navi ong”. Open Arms ha chiesto il 'pos' all’Italia la sera del 2 agosto ma, secondo l'ex ministro, non può ricadere sullo Stato italiano l’onere di una risposta di competenza di altri Stati. Open Arms poteva dirigersi verso altri Paesi che avevano l’obbligo di accoglierla, e' la tesi sostenuta dal segretario leghista e dai suoi avvocati. Il primo agosto il decreto firmato da ministero dell’Interno, Difesa e Infrastrutture impediva alla Open Arms ingresso, sosta e transito e nulla cambiava il provvedimento del Tar del 14 agosto - si ricorda -: non si può confondere l’ingresso in acque territoriali, a fini di sicurezza e navigazione e di assistenza alle persone bisognevoli, con il diritto allo sbarco e all’attracco. Lo confermano - si legge nella memoria -  gli stessi legali di Open Arms che il 19 agosto chiedono una integrazione  al precedente decreto cautelare del Tar per consentire approdo e sbarco.