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Politica
Orlando, ‘o Ministro capocorrente protetto da Napolitano e rivale di Calenda
Andrea Orlando

Avendo letto sul Manuale delle Giovani Marmotte che era esistito un gruppo politico chiamato “Giovani turchi” che ad Istanbul si ispirava al nostro Giuseppe Mazzini lo volle riesumare, anche perché di “Giovani turchi” ce ne erano stati anche altri nostrani guidati da Francesco Cossiga.

E così insieme a Matteo Orfini, Giuseppe Civati e Stefano Fassina (che ne uscì presto) ricostituirono il glorioso movimento specializzandosi nella rottura di zebedei all’allora segretario Pierluigi Bersani che alla fine cedette posti ministeriali, strapuntini e strapuntoni, atlantici e non. Poi rifecero il giochetto con Renzi. Ora del gruppo iniziale ne è sopravvissuto (politicamente) solo uno il più scaltro e lagnoso e cioè il prode Orlando.

Gli altri sono scomparsi soprattutto lo spiritato Orfini che è stato visto aggirarsi solitario per l’Idroscalo di Ostia molestando popolane accaldate a cui grida disperato: “Anche io sono stato una volta segretario (sebbene ad interim)!”. Loro dicono sì sì, hai ragione caro, hai preso la pillolina? e si battono con l’indice la testa. Sic transit gloria mundi.

Ma la domanda che rimbalza da una stanza all’altra dei sacri Palazzi del Potere è: ora che non c’è più (politicamente) Re Giorgio come mai questo continua a prosperare anche sotto Letta? Chi gli permette di disturbare le cene popolari della festa dell’Unità? (con quello che costano poi!). Misteri, appunto, della fede.

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