Anno giudiziario e cambiamento delle regole: che fare?
L’inaugurazione dell’anno giudiziario ha riesumato la solita, antica litania sui tribunali che non funzionano, sulle prescrizioni in aumento e sui processi sempre più inutili e ingiusti (anche perché sempre più lenti), con la responsabilità civile dei magistrati che resta un miraggio anche dopo la riforma del 2015. Eppure un sistema
per cambiare ci sarebbe: obbligare lo Stato a rifondere le spese di difesa al cittadino che viene riconosciuto pienamente innocente (come già fanno tanti Paesi, anche in Europa). Scrive Maurizio Tortorella su Panorama che
la regola che impone allo Stato di rimborsare la parcella pagata dell'innocente vige in molti altri Paesi europei, dove l'ordinamento è più simile al nostro. Andrea Saccucci, tra i massimi esperti italiani di diritto internazionale, ricorda che «anche in Germania, Russia e Ucraina il tribunale penale è competente a valutare la richiesta d'indennizzo dopo aver deciso un'assoluzione». Mentre in altri 28 Stati il cittadino giudicato pienamente innocente può chiedere un risarcimento delle spese legali ad altre istituzioni: il governo o un altro tribunale. Saccucci propone un elenco così lungo da essere imbarazzante. In ordine alfabetico: Albania, Austria, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Moldavia, Monaco, Montenegro, Norvegia, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia e Ungheria.
«In Italia» commenta Saccucci, impegnato in alcuni tra i più delicati processi sui diritti umani davanti alla Corte europea di Strasburgo «abbbiamo perso anni a dibattere sulle inutili norme che cercano di affermare la responsabilità civile dei magistrati. Invece la vera riforma sarebbe proprio questa: il cittadino che viene assolto non deve pagare. Nulla».