China Daily premia il lavoro di Corrado Clini
A distanza di anni ha fatto scalpore nei corridoi del ministero degli Esteri, rimbalzando dall’ufficio stampa sino al gabinetto di Angelino Alfano, un recentissimo articolo di China Daily, il più importante quotidiano in lingua inglese del Paese asiatico.
Sospetti e veleni erano stati versati negli ultimi anni sul Programma italo-cinese di cooperazione in materia ambientale (Sicp), realizzato dal 2000 al 2014 in Cina dal nostro ministero dell’Ambiente su spinta dell’ex direttore generale ed ex ministro Corrado Clini, in collaborazione con numerose organizzazioni internazionali come Commissione Ue, Banca Mondiale e Nazioni Unite. Ma l’iniziativa della magistratura dopo gli iniziali squilli mediatici, langue in sede processuale.
Affaritaliani ha seguito in esclusiva il botta e risposta a distanza tra Clini e l’attuale ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il quale aveva deciso di escludere il suo predecessore dalle celebrazioni dei trent’anni del ministero dell’ambiente, salvo fare poi retromarcia dopo le critiche pubbliche e una lettera di sostegno a Clini da parte del presidente emerito Napolitano.
Persino i comunisti cinesi, poi, avevano trovato esagerata l’epurazione iconografica della foto di Corrado Clini dal “desk” italiano presente nella sede del ministero dell’Ambiente cinese, da parte dei successori dell’ex ministro del governo Monti a seguito dello scandalo sui presunti sprechi di denaro pubblico.
Ora ci pensa il più prestigioso quotidiano in lingua inglese in Cina a spiegare cosa è stato per i cinesi il programma di cooperazione ambientale realizzato dall’Italia nel Paese asiatico: un successo. “Negli ultimi 17 anni, oltre 200 progetti di cooperazione sono stati sviluppati tra Cina e Italia nei campi della protezione ambientale, dello sviluppo sostenibile e della lotta ai cambiamenti climatici, raggiungendo obiettivi stupefacenti”, scrive China Daily, aggiungendo che “attraverso numerose attività, l’Italia ha avuto un ruolo fondamentale nel sostenere la promozione dello ‘sviluppo verde’ cinese”.
Il quotidiano in lingua inglese riporta anche la testimonianza di un senior officer dell’Agenzia della protezione ambientale di Pechino: “La cooperazione è durata per oltre 15 anni attraverso una serie di progetti congiunti e attività capaci di far guadagnare un netto valore aggiunto a entrambe le parti”.
Nei primi anni, sottolinea China Daily, la cooperazione si è focalizzata soprattutto sulla preparazione alle Olimpiadi di Pechino del 2008: “Il supporto italiano ha aiutato la città a costruire trasporti pubblici intelligenti, a importare motori a gas più puliti per gli autobus pubblici, a costruire laboratori per testare le emissioni dei veicoli e a installare sistemi fotovoltaici per l’acqua calda nel Villaggio Olimpico”. “Tutti questi progetti sono stati implementati con successo e sono stati un importante passo in avanti di Pechino verso la realizzazione di ‘Olimpiadi verdi’”, afferma il funzionario cinese.
Sempre secondo l’esperto dell’Agenzia della protezione ambientale, “gli specialisti italiani erano molto motivati nel supportare Pechino per migliorare il monitoraggio dell’aria e per sviluppare leggi locali e nuove tecnologie. Nel 2016 è stato lanciato un progetto per la riduzione delle emissioni di ossido di azoto (NOx), che è ancora in corso. La cooperazione ha aiutato Pechino a sviluppare tecnologie per il monitoraggio e l’abbattimento dell’inquinamento. Infine, un elemento molto importante relativo alla collaborazione italo-cinese è relativo al controllo dell’inquinamento delle acque”.
“Un progetto cruciale della cooperazione tra Italia e Cina nel campo della protezione ambientale (e attivo da 15 anni) – scrive ancora il China Daily – è il programma di formazione”. Un funzionario del Ministero cinese dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione rivela che “oltre 60 funzionari sia del governo centrale e locale cinese sia del settore privato hanno preso parte a tre sessioni di training per apprendere la preziosa expertise europea e italiana nella gestione efficiente dell’energia nel settore industriale”.
Grazie a questa formazione, rivela l’intervistato, “i funzionari pubblici cinesi hanno avuto la possibilità di tornare al loro lavoro quotidiano e utilizzare le loro nuove conoscenze ed esperienze per promuovere lo sviluppo verde cinese”.