Palazzi & potere
Clima pesante in Rai, Salini si dimette (o no?)
Clima pesante in Rai, Salini si dimette (o no?)
La vera domanda che aleggiava ieri tra i consiglieri di amministrazione di viale Mazzini, dopo aver ascoltato le parole del ministro Gualtieri in Vigilanza era la seguente: "Salini si dimette o no?". Domanda girata dai consiglieri anche ai giornalisti più informati sulle vicende di mamma Rai. Ma almeno per ora, l'Ad di viale Mazzini non avrebbe alcuna intenzione di mollare la poltrona e, assieme al presidente Foa parrebbe intenzionato a portare a termine il mandato che scadrà soltanto nei prossimi mesi. Tra i collaboratori più fidati, però, si fa strada anche l'ipotesi di chiedere al più presto un incontro con il capo del governo Conte per capire il da farsi. Ieri comunque, almeno "de facto", si è conclusa la vicenda Salini Ad della Rai. Le parole di Gualtieri, avvenute dopo un confronto molto serrato nel Pd (in particolare con Zingaretti) hanno segnato la fine della sua gestione. La nomina di 18 vicedirettori senza attendere almeno l'audizione del Ministro prima di dare l'ok è stata considerata dai Dem una vera e propria scortesia istituzionale. Oltre ovviamente a quelli che per il Pd sono stati i pessimi risultati di Salini, sia dal punto di vista degli ascolti, della raccolta pubblicitaria, del pluralismo ed anche della mancanza di un piano industriale. Ed ora in tutti i palazzi della politica è partito il toto nomi del successore di Salini. Se ne dibatte anche nel Pd dove però le bocche sono cucite. L'unica cosa che filtra è una sola "aria nuova in Rai. Svolta necessaria". Quindi dal Nazareno si pensa a un esterno (con buona pace delle tante autocandidature fioccate come neve in queste ultime ore) e no all' ipotesi Del Brocco circolata in questi giorni. Out anche altri nomi di dirigenti RAI. Insomma, i dem vogliono un nome esterno per il futuro di mamma Rai. D'altronde Gualtieri è stato chiarissimo: "Serve un nuovo management di altissimo livello". E i giochi (quelli veri) iniziano ora. Ma non c'è solo la poltrona del futuro Ad a cui pensare. Bisognerà trovare un nome anche per quella del futuro presidente: "La scelte stavolta cadrà su un nome gradito alla parte moderata dell'opposizione, ovvero Forza Italia", fanno sapere fonti vicinissime al dossier. E sono in molti ad aver notato le parole di Barachini (Presidente della Commissione di Vigilanza Rai) fotocopia di quelle di Gualtieri ("Serve discontinuità manageriale") così come le aperture di Zingaretti a Berlusconi. In poche parole, le intese di palazzo tra PD e Forza Italia avranno come punto di caduta anche la Rai. A scapito, ovviamente, degli attuali equilibri gialloverdi di viale Mazzini. Intanto, ieri Salini è andato sotto in cda per 4 a 3 su una delibera per l'acquisto di un immobile a Potenza, con una inedita maggioranza formata dai consiglieri di riferimento del Pd, della Lega (compreso il Presidente Foa) e dei dipendenti Rai. Era la quarta volta che questa delibera arrivava in cda e veniva sempre accantonata. Ieri infine la bocciatura anche da parte dei consiglieri leghisti, a testimoniare che Salini è sempre più indigesto al Carroccio. Ma ieri ci sarebbe stata anche "tensione" tra l'Ad e il direttore della radio Roberto Sergio in relazione a progetti e budget dopo i consistenti investimenti realizzati negli ultimi due anni. Nel frattempo si avvertono scosse telluriche anche in zona Tg1. La politica si agita, i grillini fanno scudo su Carboni ma se si dovesse andare verso un cambio di direzione sarebbero già quattro i nomi in pista: Costanza Crescimbeni, Giuseppina Paterniti, Simona Sala e Filippo Gaudenzi.