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Palazzi & potere
Di Maio ha gli incubi: il ritorno in campo di Di Battista e la mancata deroga

Luigi Di Maio va di fretta, vuole a tutti i costi il voto subito. Ma c'è un motivo ben preciso e non è solo quello relativo al fatto di non essere riuscito a capitalizzare al meglio (almeno fino ad ora) la straordinaria vittoria elettorale dei 5Stelle, scrive il Tempo. Non è solo il fatto di non essere riuscito ad andare a dama con la formazione di un governo con lui Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi. No, c'è di più. Perchè Luigi di Maio comincia a temere che non sarà più lui il prossimo candidato premier del Movimento 5 Stelle. Per due motivi, tecnici e politici, di regolamento e anche d'altro. "Chiaramente per Luigi è meglio andare al voto subito altrimenti  rischia che diversamente da quanto è stato detto e garantito in passato dai vertici pentastellati non venga più tolta la regola del limite dei due mandati" spiega chi conosce bene le dinamiche interne al Movimento.

Ecco il vero problema: se Di Maio andasse presto al voto con tutta probabilità il Movimento sarebbe 'costretto' a confermare tutto e tutti, Di Maio e i candidati parlamentari, se non altro per la mancanza di tempo di agire diversamente. Ma sui tempi lunghi non ci sono certezze e la musica potrebbe cambiare. Perchè i vertici del Movimento starebbero maturando più di qualche perplessità sul fatto di concedere la deroga con troppa facilità. Sarebbero dunque in corso ripensamenti, forse per la delusione di non essere riusciti ad ottenere la poltrona di Palazzo Chigi che qualcuno riteneva a portata di mano o semplicemente perchè "il limite dei due mandati è ciò che rende straordinario il Movimento e lo fa differente da ogni altro partito e così deve restare". Lo stesso Beppe Grillo starebbe valutando attentamente la questione. "Il passo da compiere segnerebbe inevitabilmente un 'prima' e un 'dopo' nel M5s. Sarebbe uno spartiacque forse troppo forte da sopportare e si rischierebbe di essere percepiti come tutti gli altri" osservano ambienti pentastellati.

Ufficialmente, continua il Tempo, nessuno ne parla ma il dibattito riservatamente è in corso. Senza la conquista di Palazzo Chigi e con elezioni in tempi normali (che potrebbero dunque avvenire senza la deroga al doppio mandato) andrebbe a casa tutto l'attuale stato maggiore grillino: Danilo Toninelli, Giulia Grillo, la Taverna, Bonafede, Fraccaro e lo stesso Presidente della Camera Roberto Fico. Tutti 'segati' dal limite del doppio mandato e se mentre fino a qualche tempo fa la deroga sembrava scontata adesso non è più così. Per questo Di Maio spinge per il voto a breve e non accetterebbe mai governi o governicchi anche di breve durata che 'brucino' senza prima aver visto Palazzo Chigi il suo secondo mandato.

Insomma, Luigi Di Maio si trova stretto nella morsa delle pressioni provenienti dalla base degli attivisti e dai dubbi provenienti dagli stessi compagni di partito: andato a vuoto il tentativo di fare un governo prima con la Lega prima e poi con il Pd, si tenta ora di andare al voto il prima possibile. Ma questo potrebbe rivelarsi un ulteriore azzardo per il capo politico del Movimento che rischia di trovarsi nuovamente con il cerino in mano. "Andare al voto ora è un grande rischio. La Lega può portarci via 4 o 5 punti percentuali. Rischiamo molto", spiegano rigorosamente off the record dall'inner circle pentastellato. "Siamo certi che andare al voto subito ci convenga?": questo il mantra che si sente ripete tra i vertici del Movimento.Ma c'è poi un altro 'problema' ed è il 'fattore Di Battista': attualmente fuori dalla politica attiva, in giro per il mondo a lavorare sembra non intenzionato, almeno ufficialmente, a tornare sui suoi passi. "Ma in futuro chissà, magari in caso di elezioni anticipate potrebbe cambiare idea e tornare nuovamente in campo" osservano dal Movimento. Di sicuro "parlarne ora è prematuro" spiega chi è vicino al leader pentastellato. Già, ma in caso di elezioni?

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