Diritti tv Serie A: c'è la riforma. Più soldi alle piccole, meno alle big
Finora la spartizione delle risorse ha seguito i principi della legge Melandri: una parte fissa e una serie di percentuali legate a varie caratteristiche dei club, dai meriti sportivi al bacino d' utenza.
Una legge che dalla settimana prossima sarà modificata con la riforma voluta dal ministro per lo Sport Lotti e che sarà inserita nel Def, il Documento di economia e finanza del governo, scrive il Qn.
Il differenziale tra la prima e l' ultima in classifica in Italia oggi è di 4,7 a 1. In pratica chi vince il tricolore dai diritti tv incassa quasi cinque volte più di quello che tocca a chi lascia la serie A con la maglia nera.
La riforma Lotti dovrebbe uniformare la parte fissa a quella dei campionati top portando il differenziale vicino al rapporto 3 a 1. Il totale diviso tra le venti squadre non sarà più il 40% ma il 50%, restano invariati i meriti sportivi che valgono il 30% ma dando meno peso alla storia e ai titoli dei club e più ai risultati nell' ultimo campionato. Completamente rivoluzionato il concetto di bacino di utenza, che oltre ad avere un' incidenza minore, il 20%, sarà legato a criteri oggettivi come gli ascolti televisivi e le presenze allo stadio.