Palazzi & potere

Doppio turno e accordo con Di Battista: primarie farsa per blindare Di Maio

Ma se le primarie vengono fatte su misura per favorire un candidato, a che servono? Tanto vale nominare subito Di Maio...

Come fare per blindare la vittoria, sempre più scontata, di Luigi Di Maio alle primarie che designeranno il candidato premier? La domanda è il cuore del lavorio incessante dei vertici del M5S impegnati a cercare la formula più adatta per salvare le apparenze di un voto online che sulla carta è ancora aperto a qualsiasi sorpresa. Gli strateghi della Casaleggio, scrive la Stampa, stanno lavorando su un metodo che verrà affinato entro fine agosto, per essere pronto a settembre.

La strada verso il trionfo di Di Maio sembra spianata. Ma per agevolarne il cammino, ed evitare ostacoli improvvisi, si sta confezionando un metodo di votazione che contempla un patto, non scritto, con Alessandro Di Battista, altro campione di consensi e l'unico forse in grado di insidiare per tasso di popolarità il più giovane collega.


Ci sarà un doppio turno senza autocandidature, continua la Stampa. Gli iscritti al blog voteranno chi vorranno tra i militanti certificati. Basterà semplicemente non avere un incarico politico in corso (le regola pentastellata vieta di lasciarlo per ricandidarsi altrove) e non aver già consumato i due mandati di rito. Questo significa che accanto ai vip del M5S potrebbero finire parlamentari peones e illustri sconosciuti tra gli attivisti. Nel gioco delle probabilità, calcolano nel M5S, è ovvio che i più noti finiranno nella parte alta della classifica. Da lì, i più votati, accederanno al secondo turno. Ancora non si sa quanti saranno, se cinque o dieci. Ma è altrettanto probabile che ci saranno i nomi di Di Battista e di Roberto Fico.


Certo è che chi guarda a Fico, dalla base, e sospetta che i giochi siano chiusi, vorrebbe che la votazione più importante della storia del M5S fosse certificata da un' agenzia esterna senza alcun collegamento con la Casaleggio. La stessa richiesta avanzata dai militanti siciliani, ma rimasta senza risposta.