Palazzi & potere
F35 e M346. Papà Leonardo diserta le nozze
Importante esercitazione dell'Aeronautica nell'indifferenza della casa costruttrice
Ogni tanto fa piacere riprendere a parlare di aerei, nel caso specifico di F35, il nuovo super caccia entrato di recente in Aeronautica e dell'addestratore M346 Master, il gioiello sviluppato dall'allora Alenia Aermacchi e oggi prodotto da Leonardo. Si tratta un po' del richiamo della foresta, senz'altro, ma è innegabile che questi due programmi siano poco e male conosciuti.
Finora la stampa ha parlato dell' F35 solo con toni critici, seguendo la politica che se ne è occupata in maniera dilettantesca. Vedasi il capolavoro di mozione con cui il PD chiese di dimezzare il costo dell'operazione, mantenendo invariata la quantità di velivoli (e quindi il ruolo industriale italiano, già duramente colpito dai tagli di Monti).
Al tempo la mozione fu sostenuta da argomentazioni incomprensibili e prive di costrutto. Oggi il velivolo vola a Foggia, inserito nel reparto dell'Aeronautica Militare che si prepara ad utilizzarlo man mano che saranno consegnati gli esemplari di serie ed i piloti saranno addestrati.
Un paio di settimane fa l'F35 ha debuttato anche sulla scena dell'impiego operativo, partecipando ad una esercitazione congiunta con l'addestratore italiano M346 ed il nuovo aereo radar CAEW, consegnato appena in dicembre.
Le finalità dell'operazione erano molteplici, ma tutte legate a quello scambio di dati che genera la "superiorità informativa" e che sarà sempre più la dorsale di ogni futura operazione di difesa e di sicurezza, in Italia o in qualunque altro luogo, nel contesto nazionale, europeo o atlantico.
In altre parole, interagendo in volo con l'F35, l'addestratore M346, anche esso un vero gioiello, avrà mostrato al meglio le sue capacità di preparare i piloti al salto finale verso un velivolo di quinta generazione, il più sofisticato oggi in circolazione. Dare evidenza sul campo di quanto un addestratore simile faccia risparmiare in termini di ore di volo e di tempi di apprendimento rispetto ad un qualunque altro addestratore significa sottolineare l'utilità per preparare i piloti del 21* secolo.
Proprio questa prospettiva trasforma una normale attività addestrativa in un successo sul quale accendere un faro, sopratutto da parte di chi quell'addestratore costruisce e quell'addestratore vuole piazzare negli USA in un tentativo commerciale ogni giorno più arduo. Anche se proprio nei giorni scorsi è stato annunciato il piano per costruire uno stabilimento di montaggio finale negli Stati Uniti, è chiaro che vendere 350 velivoli italiani all'USAF è una sfida difficile in un contesto in cui il presidente Trump ha fin troppo chiaramente indicato la linea del "buy American". Proprio per questo c'era da attendersi una giusta rivendicazione di quanto l'M346 già fa, mentre il concorrente più quotato è ancora ai primi vagiti. Invece silenzio su tutta la linea.
Si tratta di un ennesimo inciampo sul percorso accidentato del più avanzato velivolo "tutto italiano" di sempre. Peccato perché il debutto era stato brillante come non mai. Al salone aeronautico di Farnbourough il capo pilota collaudatore di Boeing, dopo averci volato, compilo' un rapporto molto lusinghiero sulle performances del velivolo italiano, consigliando al suo vertice aziendale di tener d'occhio i futuri sviluppi. Quella formidabile apertura non fu capitalizzata, ed oggi proprio Boeing è nostro competitore con un suo velivolo per l' affare multimiliardario.
Ecco perché le occasioni come quelle della esercitazione congiunta in Puglia con lo F35 non debbono passare inosservate per l'ignavia di chi non vuole o non sa comprendere le potenzialità promozionali di un evento e di uno dei suoi prodotti di punta, dedicandosi piuttosto a comunicati stampa finalizzati ai bilanci, agli utili, ai dividendi, agli avvicendamenti dei manager, quando non addirittura alla censura ai giornalisti scomodi.
Gen. Leonardo Tricarico
*ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, già Consigliere Militare del Presidente del Consiglio dei Ministri (1999-2004) e attuale Presidente della Fondazione Icsa