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Palazzi & potere
Il Partito trasversale della Nazione sta crescendo attorno a Gentiloni

Gentiloni sarà il prossimo candidato del centrosinistra per Palazzo Chigi? Sono in molti ad auspicarlo, a cominciare dalle alte sfere istituzionali: di sicuro farebbe piacere al cattolicissimo Mattarella con il quale i rapporti sono pressoché quotidiani, raccontano fonti che vogliono rimanere riservate. Ma quello che ormai viene definito il Partito Gentilonì, scrive Italia Oggi, è molto più ampio e tra i suoi adepti figura a pieno titolo Silvio Berlusconi. Il cavaliere di Arcore lo stima tantissimo sin da quando, in anni passati, l'attuale Presidente del Consiglio faceva il ministro delle comunicazioni. Ma ha un ottimo rapporto con Gentiloni anche il suo sodale Fedele Confalonieri. Insomma, Gentiloni Premier è una garanzia anche per Mediaset. Quindi, nel caso in cui alle prossime elezioni non ci sia un vincitore chiaro il Conte Paolo (come lo apostrofa a volte Matteo Renzi) sarà un nome spendibile anche sul fronte Forza Italia tanto più se, nel proseguo della legislatura, si dovessero incrinare i rapporti con Matteo Salvini.

Ma altri grandi fan di Gentiloni si trovano nel centro-sinistra, in qual campo largo tanto ambito da chi non crede nel dogma dell'autosufficienza professato dal leader di Rignano. A cominciare dal padre-inventore dell'Ulivo, Romano Prodi; il bolognese ritiene che l'attuale Presidente del Consiglio sia sommamente più adatto per governare il Paese rispetto a Matteo Renzi ed anche il padre del Pd, Walter Veltroni è dello stesso avviso. Anche Valterino è spesso in contatto con il Presidente del Consiglio e lo vedrebbe bene sulla poltrona di Palazzo Chigi anche nel 2018 mentre Giuliano Pisapia non fa mistero di apprezzare il buon governo dell'attuale Presidente del Consiglio tanto da volerlo sostenere nella dura sfida dell'approvazione della manovra economica.

Insomma, l'unico vero partito che è nato e si è rafforzato negli ultimi densi mesi di politica italiana è il Partito Gentiloni. La cosa non potrà far certo piacere a Matteo Renzi che non è in grado di capitalizzare come Pd i consensi dei suoi uomini di punta a cominciare proprio dall'attuale Presidente del Consiglio. Perché il consenso dell'elettorato, in questo momento, va al singolo e non al partito che lo sostiene. Insomma, Paolo Gentiloni è riuscito dove Matteo Renzi aveva fallito creando nei fatti un'area di consenso di tendenza moderata e sapientemente trasversale: ovvero, il partito della Nazione che voleva fare Renzi.

Tutti sostengono Gentiloni, continua Italia Oggi, tranne Matteo Renzi? Non proprio perché anche il segretario Dem ha capito l'antifona e si sta preparando da par suo: se alle prossime elezioni il Pd non dovesse fare faville e se fosse dunque necessario quanto auspicabile ricercare una soluzione di larghe intese, ebbene, in tal caso anche Renzi si iscriverebbe al Partito Gentiloni. Ma a una sola condizione: che sia lui a farne per primo il nome. Insomma, che nessuno lo costringa o lo tiri per la giacchetta.

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