M5S a 'trazione meridionale': il voto apre la 'questione settentrionale'
Il voto è stato quello che è stato, un flop che Grillo vuole rivestire di successo, interpretando a suo modo numeri e percentuali: «Il M5S ha vinto otto ballottaggi su dieci. Siamo passati da 37 sindaci a 45, un aumento di oltre il 20%». Il comico, scrive la Stampa, prende a prestito il monologo motivazionale dell' allenatore di football interpretato da Al Pacino in Ogni maledetta domenica per indicare quale sarà da adesso in poi la meta da tenere in mente: «Le prossime sfide sono la Sicilia e poi la battaglia campale delle politiche. Per vincere dobbiamo essere una squadra che lotta insieme per un obiettivo comune».
Lo schema di gioco è chiaro: il M5S deve capitalizzare il forte consenso al Sud, vincendo la prima regione della sua recente storia. Nel frattempo deve attrezzarsi per diventare capace di attrarre chi vive al Nord e vota per Matteo Salvini o Berlusconi.
L' impresa non è facile e da tempo diversi parlamentari settentrionali lamentano l'inadeguatezza del M5S a piantare radici in regioni come Lombardia e Veneto, partendo innanzitutto dai leader e dai volti più riconoscibili che sono tutti quanti meridionali, a partire da Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico.