Referendum: Morosini, riforma limita sovranità popolare
Nel 2006 nessuna polemica sull'impegno dei magistrati
"Questa Riforma costituzionale erode il principio fondamenta della sovranita' popolare posto all'inizio della Costituzione vigente. Credo che comunque andra' a finire il Referendum, il giorno dopo dovremo affrontare un importante esame per la nostra democrazia. Ognuno di noi dovra' dare il proprio contributo per riunire un Paese che appare spaccato".Lo ha sostenuto il consigliere del Csm Piergiorgio Morosini, intervenendo a Fermo a un confronto sul tema referendario, scrive l'Ansa.
Morosini ha ricordato le polemiche degli ultimi giorni, che hanno riportato "il tema principalmente ad una contesa politica. Non e' cosi'. Sono in gioco, invece, le regole della 'Casa comune' garantite dalla nostra Costituzione, regole in cui tutti dobbiamo riconoscerci". Nell'evidenziare che le polemiche hanno riguardato anche l'impegno pubblico di magistrati, Morosini ha sottolineato che nulla del genere e' accaduto nel 2006 in occasione della Riforma della Costituzione voluta da Silvio Berlusconi "nonostante ci fossero magistrati molto attivi" . "Da cittadino con qualche competenza tecnica - ha aggiunto - sento il dovere di intervenire nel dibattito in corso, e ad iniziative non di partito ma della societa' civile a favore del No a questa riforma. Tanto piu' avvertendo il vistoso sbilanciamento dell'informazione a sostegno del Si'". Quanto al merito della riforma costituzionale, "toglie il diritto di eleggere i Senatori. Riporta le autonomie locali ad un'epoca precostituzionale. E poi con la legge elettorale detta 'Italicum' i Senatori non sono piu' eletti dai cittadini ma nominati dai partiti. Cosi' si intacca lo spirito democratico della Costituzione del 1948, che cercava di includere. Il tutto in nome della maggiore rapidita' delle procedure democratiche di approvazione delle leggi. Infondatamente, come i dati dei tempi effettivi dimostrano. Le legge piu' importanti vengono 'lavorate' in tempi rapidi. Il decreto del 'Fare' del Governo Renzi e' stato convertito in legge in 49 giorni. Il decreto Pensioni e' diventato legge in 55 giorni, cosi' come il decreto Salva imprese e il decreto Irpef. Il decreto Stabilita' del 2016 in 58 giorni". E non e' questione neppure di risparmi: "la Ragioneria dello Stato certifica che si tratta di poco, di cinquanta milioni di Euro. Il vero risparmio lo si farebbe intervenendo sugli Enti di partecipazione pubblica, e sarebbe di centinaia di milioni all'anno".