Palazzi & potere

Tim-Open Fiber: per la gioia di Silvio (e di Renzi) si tratta sulla Rete

Il «golden power» è approdato ieri al tavolo del consiglio dei ministri. Non per l'affaire Vivendi-Tim bensì a seguito di una notifica ricevuta da Open Fiber. La società della rete controllata da Enel e Cassa depositi e prestiti aveva notificato a Palazzo Chigi la costituzione di un pegno sulle azioni a favore di Société Générale, Bnp Paribas e UniCredit che ad agosto hanno erogato un finanziamento da 510 milioni, scrive il corriere della sera. Il governo ha comunicato che non eserciterà i poteri di «golden power» poiché il pegno non costituisce un cambio di controllo, invitando la società a notificare eventuali variazioni. Si trattava di un passaggio formale, che arriva in un momento delicato per la società della rete, le cui vicende si stanno incrociando con quelle di Tim nell' ipotesi di un riassetto dell' infrastruttura di trasmissione.

Dall' inizio dell' estate si susseguono le voci di possibili cambi al vertice di Open Fiber e, sottotraccia, il confronto tra Enel e Cdp è in corso, anche se al momento non risultano accelerazioni. Il confronto sarebbe legato alla strategia che deve perseguire la società: stand alone, oppure aprire, come ha fatto il presidente Franco Bassanini, a un intervento sulla rete di Tim, a cui sarebbe legata la decisione sull' eventuale avvicendamento. Alcune voci parlano di un possibile ingresso nella squadra di vertice di Maximo Ibarra, il manager che a giugno ha lasciato la guida di Wind-Tre dopo aver completato la fusione e che era finito anche nel mirino di Vivendi prima che venisse scelto Flavio Cattaneo come ceo di Tim.