Politica

Papa Francesco contro gli evasori. Ma perché il Vaticano non paga l’Ici?

Silvio Ceci

"Date a Cesare ciò che è di Cesare"


E' di oggi la notizia secondo cui il pontefice Papa Francesco avrebbe ammonito gli italiani a pagare senza esitazione le tasse perché l'eventuale omissione fiscale avrebbe conseguenze gravi per i pazienti di coronavirus che in questi giorni combattono tra la vita e la morte in attesa dei sistemi di respirazione automatica fondamentali, nei casi più gravi, per superare le crisi di carenza di ossigeno.

Orbene, l'invito di papa Francesco mi ha lasciato attonito.

Infatti, è noto a tutti che la Chiesa in Italia non paga l’Ici sui suoi immobili e dal 2005 non paga le tasse anche sui beni utilizzati a fini commerciali. Privilegi tutti italiani che ci sono stati contestati dall’Europa già nel 2012 e che hanno portato a una sentenza della Corte di giustizia europea la quale ha stabilito che la Chiesa deve restituire l’imposta comunale sugli immobili non versata tra il 2006 e il 2011. Una cifra che, secondo stime dell’Anci, si aggira intorno ai 4-5 miliardi. 

Per quanto mi consta, a tutt'oggi, grazie ad un palese ed ingiustificato comportamento di favore dei governi italiani, la Chiesa non solo non ha versato le somme pregresse ma continua a non pagare l'Imu sugli immobili di proprietà in Italia.

Alla luce di tale considerazione, suscita non poca perplessità la commovente esortazione del santo padre che, però, si guarda bene dall'esortare la sua Chiesa a pagare le tasse dovute, in modo da dimostrare concretamente la sua vicinanza agli italiani, già sufficientemente massacrati da un sistema fiscale brutale che, negli ultimi anni, ha annientato migliaia di imprese e lavoratori autonomi, impoverendo l'intero Paese.

Ritengo che gli italiani abbiano dimostrato finora sufficiente responsabilità e senso civico per avere accettato ogni forma di angheria e ingiustizia dall'apparato fiscale nel più assoluto silenzio, obbedendo a leggi disumane che - come si poteva intuire - avrebbero distrutto buona parte del tessuto imprenditoriale e professionale nazionale, come infatti accaduto.

Lo Stato ha scientificamente distrutto le vere classi produttive del paese per attuare programmi eterodiretti che hanno determinato, tra l'altro, anche pesanti tagli al sistema sanitario di cui oggi vediamo le tragiche conseguenze.

La stampa non si esonera dal riportare le parole del pontefice ma si astiene dal riferire gli effetti delle politiche dissennate dei governi italiani che, per finanziare la politica pro-immigrazione e mantenere un apparato pubblico ormai debordante con zone franche intollerabili come la maggiorparte dei governanti della magistratura e della la dirigenza pubblica ricoperte d'oro, ha apportato tagli vitali a settori fondamentali della nazione incluso i sistema sanitario nazionale che ha come funzione la tutela della salute dei cittadini.

E' a tutti noto che Cristo, ai farisei che gli chiedevano se fosse lecito o no pagare il tributo all'imperatore Tiberio, rispose - come riportato nei Vangeli -  "date a Cesare ciò che è di Cesare".

Dunque anche Gesù correttamente esortava a pagare doverosamente i tributi, per quanto, già in epoca romana, fossero notoriamente pesanti ed intollerabili.

Gli italiani finora hanno applicato alla lettera la massima cristiana. Forse è arrivato il momento che anche la Chiesa faccia altrettanto.