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Politica
Pd e centrodestra si contendono i ballottaggi. M5s in corsa solo a Campobasso

Ballottaggi, ecco i comuni coinvolti: è sfida fra centrodestra e centrosinistra. Il M5s corre solo a Campobasso

Il Partito democratico ha ancora voce in capitolo per quel che riguarda le elezioni locali. Il centrodestra a trazione leghista ha stravinto le Europee ma non ha conquistato tutte le città che due settimane fa sono andate al voto per rinnovare l’amministrazione comunale e il Movimento 5 stelle ha la possibilità di esprimersi solamente a Campobasso. Nardella a Firenze, Decaro a Bari e Gori a Bergamo hanno dimostrato che una ricetta “anti Salvini” esiste ed è vincente ma soprattutto, per il momento, funziona più di quella proposta dall’altro partito italiano di massa: il Movimento 5 stelle, rimasto praticamente fuori da quasi tutti i giochi. In 15 capoluoghi importanti si è andati al ballottaggio e domenica 9 giugno ci sarà una resa dei conti finale che darà un ulteriore spunto sullo stato di salute dei dem e un primo riscontro post Europee sulla Lega. In totale saranno chiamati alle urne complessivamente 3.648.485 elettori per 136 i comuni interessati.

Ecco i 15 capoluoghi al ballottaggio: Potenza, Avellino, Ferrara, Forlì, Reggio Emilia, Cremona, Ascoli Piceno, Campobasso, Biella, Verbania, Vercelli, Foggia, Livorno, Prato e Rovigo.

 

mappa ballottaggi
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lombardia, a Cremona derby centrodestra-centrosinistra

Occhi puntati su Cremona, in Lombardia, per la sfida tra il sindaco uscente Gianluca Galimberti e il candidato del centrodestra Carlo Malvezzi. Domenica prossima, al ballottaggio, Malvezzi dovrà colmare il gap di cinque punti percentuali in favore del primo cittadino uscente in una complicata rincorsa (al primo round Galimberti con il centrosinistra ha raccolto il 46,65 per cento dei consensi, e Malvezzi, appoggiato da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, il 41,18%). A tirargli la volata, il 3 giugno in città è arrivato anche il leader della Lega, Matteo Salvini. Nelle stesse ore Anonymous ha hackerato il sito internet della Lega provinciale cremonese postando un messaggio contro le politiche migratorie del ministro dell’Interno. A fare la differenza al ballottaggio potrebbero essere anche quel 33% di elettori che non sono andate a votare al primo turno. 

Veneto, a Rovigo sfida clou Centrodestra-Pd

Per le sfide di domenica sarà Rovigo, il capoluogo di provincia veneto al centro dell'attenzione. Qui si 'contenderanno' la poltrona Monica Gambardella (Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e civiche) che ha guadagnato al primo turno un 38,17% e Edoardo Gaffeo (Pd e civiche) che ha ricevuto invece un 25,42% di preferenze.

Piemonte, partite chiave Biella, Verbania e Vercelli

Dopo la vittoria alle regionali del centrodestra che con Alberto Cirio ha sconfitto il governatore Pd uscente, Sergio Chiamparino, in Piemonte si torna al voto per il ballottaggio in tutti e tre i capoluoghi di provincia piemontesi, Biella, Verbania e Vercelli. A Biella è rimasto escluso dal secondo turno il sindaco uscente Marco Cavicchioli, del centrosinistra, e si sfideranno Claudio Corradino, del centrodestra, che ha ottenuto il 39,95% e Donato Gentile, rappresentante delle liste civiche, che ha avuto il 27,5%. A Vercelli la sindaca uscente del centrosinistra Maura Forte ha ottenuto il 24,6% per cento rispetto al rappresentante del centrodestra Andrea Corsaro, che si è attestato al 41,8%. Anche a Verbania la sindaca uscente, Silvia Marchionini, del centrosinistra insegue con il 36% lo sfidante del centro destra Giandomenico Albertella, che ha raggiunto il 45 per cento. Risultati che confermano la ‘virata’ verso il centrodestra registrata un po’ in tutto il Piemonte, a cominciare appunto dalle Regionali. Una tendenza confermata anche dal voto nei Comuni del Torinese, in passato roccaforte del centro-sinistra, in cui ora crescono anche se non ovunque i candidati del centro-destra.

Emilia Romagna, i 'fortini rossi' in bilico

Fortini rossi in bilico in vista dei ballottaggi in Emilia Romagna, in una regione che si era svegliata il giorno dopo le elezioni europee con la Lega primo partito ed il Pd in affanno ad inseguire. E’ stato proprio il voto nei Comuni, tuttavia, ad iniettare ossigeno al centrosinistra con Modena ancorata alla sua storia come roccaforte ‘rossa’, già al primo turno. Sulla scia di questo risultato il Pd stringe le maglie e auspica di resistere agli assalti del Carroccio anche nelle altre grandi città ‘rosse’, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì, Cesena che andranno al ballottaggio sebbene schierate, ai blocchi di partenza, in posizioni diverse. Ad unirle, comunque, sono le forze in campo: centrodestra contro centrosinistra con un Movimento 5 stelle fuori dai giochi ma possibile ago della bilancia, insieme ad alcune liste civiche ‘indipendenti’, per far convogliare voti all’uno o all’altro dei due blocchi. A Ferrara Alan Fabbri, uomo forte della Lega, è arrivato ad un passo dal traguardo ottenendo, al primo turno, il 48,44% dei consensi. E’ attualmente capogruppo del Carroccio in Regione. A tentare il ‘ribaltone’ sarà Aldo Modonesi, candidato nel centrosinistra e assessore uscente alle attività economiche della giunta Tagliani. 

Il centrodestra parte in vantaggio, seppur meno marcato, anche a Forlì con Gian Luca Zattini, medico chirurgo odontoiatra già sindaco di Meldola piccolo paese della provincia, che ha preso il 45,8 per cento delle preferenze al primo turno. Andrà al ballottaggio contro Giorgio Calderoni, rappresentante del centrosinistra, ex giudice del Consiglio di Stato e professore associato di diritto amministrativo alla Spisa di Bologna. In questo caso gli elettori dei 5 Stelle (hanno ottenuto il 10,8% al primo turno) potrebbero fare la differenza. Infine, partita aperta anche a Cesena con il rappresentante del centrosinistra, l’ex parlamentare Pd, Enzo Lattuca, 31 anni, (nel 2013 fu il deputato più giovane della storia Repubblicana) che con un ‘bonus’ potenziale di nove punti di vantaggio (42,83% contro il 33,81%) affronterà il civico di centrodestra Andrea Rossi, imprenditore ed ‘esordiente’ nella politica attiva. In questo caso a sparigliare le carte potrebbe essere una lista civica “Cesena Siamo Noi” che ha ottenuto, il 26 maggio, il 9,5 per cento delle preferenze. Al momento, comunque, predomina la linea ‘mani libere’ poiché i civici non hanno indicato una preferenza tra i due candidati.

Marche, 4 Comuni al voto: ad Ascoli duello Fratelli d’Italia - Forza Italia

Saranno quattro i Comuni delle Marche chiamati ad eleggere domenica i sindaci al ballottaggio: Ascoli Piceno, l’unico capoluogo di provincia, Fano (Pesaro-Urbino), terza città della regione per numero di abitanti, Recanati (Macerata), dove si è registrato l’unico apparentamento, e Osimo (Ancona). La sfida di cartello è ad Ascoli Piceno, dove si cerca il successore di Guido Castelli. Ed è una sfida tutta all’interno del centrodestra, che si è presentato spaccato: da una parte Marco Fioravanti (38% al primo turno), candidato di FdI, sostenuto dalla Lega e da otto liste civiche, dall’altra Piero Celani (che si è fermato al 21%), candidato da FI e sostenuto da altre sei civiche, già sindaco della città per due mandati, ex presidente della Provincia e attuale consigliere regionale.

Foggia, caccia al voto degli elettori M5s 

Sarà il Movimento 5 Stelle il vero ago della bilancia del ballottaggio al Comune di Foggia il prossimo 9 giugno. Da una parte il sindaco uscente, Franco Landella, sostenuto dal centrodestra e che al primo turno ha ottenuto il 46,11 %, dall’altra l’ingegnere Pippo Cavaliere, del centrosinistra, con il 33,71%. Nei giorni scorsi i due candidati sindaci appoggiati la liste civiche, Giuseppe Mainiero e Giuseppe Pertosa hanno ufficializzato che sosterranno al ballottaggio il candidato del centro sinistra.  Nessun apparentamento tecnico, è stato evidenziato nella conferenza stampa di Cavaliere, Mainiero e Pertosa ma solo – hanno ribadito - un'intesa politica anti-Landella. Potrebbe essere decisivo il voto del M5s il cui candidato sindaco, Giovanni Quarato, ha ottenuto al primo turno, il 15,16%. Nelle ultime ore Quarato ha reso noto che il movimento non è con Landella, e nemmeno con Cavaliere. Il 26 maggio, nel giorno della consultazione elettorale, in un primo momento Quarato ai microfoni di un tv locale aveva detto che, in caso di ballottaggio, non avrebbe sostenuto nessuno dei due candidati. Salvo modificare qualche ora dopo, annunciando che se doveva fare una scelta con Cavaliere, c’erano più cose in comune rispetto a Landella.

Umbria, il centrosinistra gioca in difesa

Foligno, Gubbio, e Orvieto. Ad eccezione di quest’ultima - dove il candidato di Sinistra Italiana Tiziano Rosati (4,26% dei voti al primo turno) ha trovato l’intesa con il sindaco uscente di centrosinistra Giuseppe Germani - non ci sono apparentamenti ufficiali. Lo sfida più attesa si gioca a Foligno, terza città dell’Umbria per dimensioni, dove si contrappongono Stefano Zuccarini per il centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Più in alto) e Luciano Pizzoni per il centrosinistra (Pd, Patto per Foligno, Foligno 20|30, Foligno in comune, Foligno soprattutto). Si preannuncia una partita abbastanza equilibrata: Zuccarini al primo turno ha totalizzato il 44,72% dei voti contro il 38,27% di Pizzoni. Decisivi potrebbero essere i voti del candidato M5s David Fantuazzi, che ha totalizzato l’11,59%.

Parte avvantaggiato a Gubbio il sindaco uscente di centrosinistra, Filippo Mario Stirati (Liberi e democratici, Scelgo Gubbio, Socialisti Civici e Popolari) che al primo turno ha ottenuto il 39,02% contro il 22,77% di Marzo Presciutti Cinti (Lega, Forza Italia, Gubbio Rinasce Riparte Rilancia, Fratelli d’Italia). Meno bene, invece, è andato domenica scorsa il primo cittadino di Orvieto, Giuseppe Germani (Pd, Siamo Orvieto, Civica e riformista), che si è fermato al 31,91%, mentre la candidata di centrodestra che incontrerà al ballottaggio, Roberta Tardani (Lega, Progetto Orvieto, FdI e FI) ha ottenuto il 43,97% delle preferenze.

Livorno, battaglia nella ex M5s

Ci hanno provato fino all'ultimo sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Ma a Livorno e a Prato di apparentamenti con le liste rimaste fuori dal ballottaggio di domenica 9 giugno non ce ne saranno. Le sfide fra Matteo Biffoni e Daniele Spada (a Prato) e fra Luca Salvetti e Andrea Romiti (a Livorno) - i due capoluoghi di provincia ancora da assegnare in Toscana dopo la vittoria al primo turno di Dario Nardella a Firenze - non vedranno altri nuovi protagonisti sulla scena dopo che nessuno dei candidati è riuscito a stringere alleanze formali. A Livorno, dove in palio c'è la poltrona di sindaco lasciata libera da M5s dopo cinque anni di amministrazione Nogarin, si sfideranno dunque Luca Salvetti (centrosinistra) e Andrea Romiti (centrodestra). In vantaggio, dopo il primo turno, è il candidato dem che al primo turno ha raccolto il 34,2% contro il 26,6% dell'esponente di Fratelli d'Italia. E proprio Salvetti, per aumentare il proprio vantaggio, ha provato a "corteggiare" la lista di sinistra Buongiorno Livorno che il 26 maggio aveva raccolto un ragguardevole 14,3%, ma alla fine il matrimonio non si è consumato e il candidato del centrosinistra è riuscito a strappare soltanto una indicazione di voto a suo favore. Nessun appoggio supplementare anche per Andrea Romiti che in settimana ha contattato la pentastellata Stella Sorgente (candidata M5s e vice di Nogarin) ma senza riuscire ad ottenere risultati.

Situazione analoga, ma a campi invertiti, anche a Prato. Qui ad arrivare vicinissimo ad un apparentamento formale era stato il candidato del centrodestra Daniele Spada che in settimana aveva stretto un accordo con le liste civiche che hanno sostenuto al primo turno Marilena Garnier e Aldo Milone per cercare di recuperare il ritardo accumulato al primo turno (35% contro il 47% del sindaco uscente Matteo Biffoni, che invece fin dal giorno successivo ha dichiarato di non cercare alleanze con nessun altro schieramento). Proprio in dirittura d'arrivo, però, l'apparentamento ufficiale è saltato e si è arrivati ad un meno impegnativo appoggio esterno.

Molise, Campobasso: duello tra centrodestra e M5s

Nessun accordo politico e elettorale, al momento, per il ballottaggio di Campobasso. Domenica prossima si contenderanno la carica di sindaco, Maria Domenica D'Alessandro per il centrodestra (39,7%) e il pentastellato, Roberto Gravina (29,4%), entrambi avvocati. Il M5s, anche su espressa indicazione dei responsabili nazionali ha dichiarato di essere disposto a "dialogare con tutti" e, nel contempo, ha ribadito che non ci sono le condizioni di apparentamenti al ballottaggio. "Si può ripartire dai punti di convergenza che vi sono con altre liste - ha spiegato Roberto Gravina, fratello dell'ex pallavolista - ma i percorsi politici devono restare distinti". In casa del centrodestra, Maria Domenica D'Alessandro non chiude la porta ad eventuali accordi e, per il momento, lancia l'appello "a tutti i cittadini che vogliono il cambiamento". Ago della bilancia potrebbero essere in primo luogo le tre liste di centrosinistra che hanno sostenuto il sindaco uscente del Pd, Antonio Battista, giunto terzo con il 25,9% dei consensi. I dem decideranno la linea nella direzione di domani, anche se alcuni esponenti si sono già schierati per il 'no' secco al centrodestra e al candidato sindaco della Lega. La lista civica Io amo Campobasso (4,7%), invece, ha già annunciato libertà di voto per i propri elettori. 

Calabria, occhi puntati su Rende e Gioia Tauro

Sono quattro i Comuni calabresi nei quali domenica si voterà al ballottaggio per la scelta dei nuovi sindaci: Gioia Tauro (Reggio Calabria), Corigliano-Rossano, Montalto Uffugo e Rende (Cosenza), tutti centri, per motivi diversi, importanti per gli equilibri politici regionali. Gioia Tauro, sede di uno dei maggiori porti del Paese, elegge il sindaco a 2 anni dallo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. I contendenti sono Aldo Alessio, già sindaco a cavallo tra gli anni ’90 e 2000, e Raffaele D’Agostino. Al primo turno Alessio, sostenuto da due liste di centrosinistra, ha riportato il 44,7 %, mentre D’Agostino, sostenuto da due liste di centrodestra, tra cui una espressione della Lega, ha ottenuto il 24,5%, con Natale Cangemi finito terzo al 19,7%. 

A Rende, popolosa città del Cosentino che ospita l’Università della Calabria, la partita è tra il sindaco uscente, Marcello Manna, e Sandro Principe, in passato sindaco per complessivi 15 anni (dal 1980 al 1987 e dal 1999 al 2006). Al primo turno, nel quale si sono affrontati ben 9 candidati sindaco, Manna, sostenuto da sei liste, ha ottenuto  il 31,5%, mentre Principe, storico esponente del Partito socialista calabrese e in passato anche sottosegretario di Stato e assessore regionale, si è attestato al 26,5% con il sostegno di quattro liste, superando l’ex consigliere regionale Domenico Talarico (20,5%).  

Avellino, sfida interna al centrosinistra

Scatto finale in vista dei ballottaggi in 17 comuni della Campania chiamati a eleggere i sindaci. Domenica prossima la resa dei conti soprattutto ad Avellino, unico capoluogo di provincia coinvolto nelle amministrative di questo anno in regione. Qui, dopo pochi mesi di amministrazione del Movimento 5 stelle, finita in un commissariamento per mancanza di voto sul bilancio, i grillini sono stati penalizzati dall'elettorato e sono rimasti fuori dal secondo turno. In un contesto di forti divisioni interne trano nel centrodestra quanto nel centrosinistra, è quest'ultima area politica a portare al secondo turno due suoi esponenti, Gianluca Festa e Luca Cipriano, che hanno raccolto rispettivamente il 28,67 e il 32,43 dei consensi. Quattro punti di scarto che potrebbero essere colmati con un accordo con i pentastellati al quale sembra propenso Festa. 

 

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