Politica

Pd, la sinistra punta su Speranza: “Eì lui l’alternativa a Renzi”

"Per la statura, la capacità, l'età e anche il coraggio dimostrato in questa fase, la sinistra Pd può pensare di costruire attorno a Speranza l'alternativa a Renzi". Davide Zoggia, parlamentare dem di Area Riformista e bersaniano di ferro, con un'intervista ad Affaritaliani.it, boccia le posizioni di chi, come Fassina o Civati, sono intenzionati a non ricandidarsi col Pd nella prossima legislatura. Per Zoggia "non è alle viste una scissione. In questi due anni  la sinistra del Pd ha la necessità di organizzarsi e spiegare bene qual è il progetto che ha in mente per il Paese".

Fassina e Civati, dopo l'approvazione dell'Italicum, sono pronti a lasciare il Pd. E' il preludio alla nascita di un soggetto politico a sinistra del Pd?
"Per quanto mi riguarda non vedo spazi fuori dal Pd. Una forza come la nostra deve essere riformista e di sinistra ma, nello stesso tempo, deve avere l'obiettivo di governare il Paese e non di fare testimonianza. Quindi per governare servono idee, progetti ma anche il consenso. Il Pd attuale, pur con tutte le trasformazioni che ha subito in questi anni, è il processo naturale a cui un po' tutti abbiamo lavorato. Poi ci può piacere o meno la guida di questo momento, però nella vita può capitare di stare in minoranza e compito di questa è preparare la costruzione di un'alternativa rispetto alla leadership attuale".

Che cosa non le piace dell’Italicum?
"La fiducia posta sul provvedimento l’ho vista come una forzatura. Una prova di forza del governo, non necessaria, che può lasciare strascichi”.

Strascichi che possono portare a una scissione del Pd?
“Premetto che riconosco la leadership di Renzi in quanto frutto delle primarie. Ritengo per questo che si debba rimanere nel Pd anche dissentendo. Questo è il nostro governo e lavoreremo da dentro per provare a migliorare la situazione. Tornando alla domanda, credo di poter parlare a nome dei tantissimi che hanno dissentito in questi giorni sull’Italicum e non vedo  l’eventualità di una scissione. Penso soprattutto alla posizione di Bersani o di Speranza che lavorano ben saldi nel Pd. Certo, faremo in modo di impedire che ci accompagnino fino all'uscio. Ma a questo proposito devo aggiungere una cosa…”

Quale?
“Ieri ho apprezzato le dichiarazioni di voto di Guerini  volte a ricucire il rapporto tra maggioranza e minoranza. Parole che possono aiutare a superare passaggi complessi come la riforma della scuola e il completamento della riforma costituzionale. In questi casi, al di là dei numeri in Senato, è necessario approvare le riforme supportati dal consenso popolare. Avere tutto il mondo della scuola di traverso sulla riforma pone un problema di fondo".

Tornando al Pd, D'Attorre chiede un congresso dopo le Regionali. Condivide?
"Non sono d'accordo. Il nostro statuto prevede 4 anni di mandato per chi vince le primarie e francamente non vedo le condizioni per anticipare un congresso, visto che non stiamo andando a elezioni anticipate. Inoltre la sinistra del Pd ha in questi due anni la necessità di organizzarsi, spiegare bene qual è il progetto che ha in mente per il Paese e individuare un leader".

Chi potrebbe essere?
"E' presto per dirlo. Devo dire che Speranza, dimettendosi da un ruolo sicuro come quello di capogruppo alla Camera, ha fatto una cosa molto alta e onesta. Gesti che da soli non bastano a creare un leader, ma se li sommo ad altri fatti, mi portano a pensare che a lui bisogna guardare con interesse. Inoltre a suo favore gioca anche la giovane età".

Potrebbe esserci quindi un duello Renzi-Speranza al prossimo congresso?
"Non voglio prefigurare scenari. Dico soltanto che per la statura, la capacità, l'età e anche il coraggio dimostrato in questa fase, potremmo costruire attorno a lui l'alternativa".

Daniele Riosa (@DanieleRiosa)