Politica

Pd, Schlein al contrattacco. Sua la manina dietro la tirata di capelli di Prodi alla giornalista Mediaset? Il retroscena

Voci dall'interno dei Dem. Il ruolo di Franceschini e Renzi

di Vincenzo Caccioppoli

La segretaria del Pd al contrattacco


Secondo i bene informati dietro al video che immortala il bruttissimo gesto di Prodi nei confronti della giornalista del Tg4, non a caso uscito dalla trasmissione “di Martedì”, che certo non si può definire pro-governo, ci sia la manina della Schlein o di qualcuno vicino al suo entourage. Addirittura, sempre i bene informati, la cosa avrebbe avuto l'avallo di Dario Franceschini, la cui proposta di dare il cognome delle madri ai figli non ha certo riscosso grande successo e il cui peso all’interno del Pd sembra ai minimi, proprio a causa del suo appoggio alla segretaria.

Voci di corridoio, infatti, dicono che anche lui sarebbe ormai finito nel tritacarne che sta da mesi interessando la segretaria del Pd, accusata di essere inadeguata a guidare una ipotetica futura maggioranza di centro sinistra (allo stato attuale difficilissima anche solo da prevedere). “L’effetto novità e freschezza che aveva portata due anni fa la nuova segretaria, sembra indubbiamente essere svanito, per lasciare spazio alle sue evidenti lacune di leadership e di autorevolezza. E i sondaggi lo stanno mostrando chiaramente. con lei alla guida della opposizione, la destra governa altri vent’anni”.

È la tremenda sentenza uscita fuori da Montecitorio da un vecchio notabile del partito.  Il bruttissimo gesto di Romano Prodi è sintomatico dell’aria pesantissima che si respira all’interno del più grande partito di opposizione, che sembra essere tornato ai tempi della segreteria di Nicola Zingaretti, che esausto dal clima da lento rosolamento, a cui era sottoposto da mesi da colleghi di partito e stampa vicina alla sinistra, lasciò, nel marzo del 2021 la segreteria, accusando i membri del suo partito di pensare troppo alle poltrone. Fanno un po’ sorridere allora i commenti della stessa Schlein, quando accusava nei giorni scorsi, la maggioranza di non essere d’accordo su quasi nulla, in un goffo tentativo di sviare i grossi problemi che lei deve affrontare al suo stesso interno.

Il Partito democratico sembra ormai con una certa evidenza, spaccato in due posizioni ben distinte, una quella che fa a capo alla segretaria e la seconda dei cosiddetti riformisti che fa a capo a Guerini, Picierno e soprattutto Bonaccini, che, dopo alcuni mesi di forzata pax post-primarie, ora non perde occasione per menare, di soppiatto, fendenti pesanti come macigni verso la linea della segreteria in politica estera. Le due posizioni sembrano essere sempre più inconciliabili sia in politica economica (il Jobs Act ne è un esempio eclatante) e sia in politica estera, come mostrato clamorosamente dal voto di due settimane fa a Strasburgo sul riarmo europeo.

Insomma, occorre un chiarimento anche magari duro, come vorrebbe uno dei fedelissimi della segretaria, quel Marco Furfaro, che spinge da tempo per arrivare presto ad una pericolosa resa dei conti, convinto che la base sia tutta con la segretaria. Nel mirino del giovane deputato toscano, che era già nel direttivo del partito con Zingaretti segretario (e che sempre secondo i bene informati fu quello che più spinse con l’allora segretario per dare una scossa ad un partito in preda ad una quasi anarchia) ci sarebbe proprio quel Stefano Bonaccini, che potrebbe perdere la sua carica di presidente del partito.  

Schlein per ora cerca di mediare, ma anche lei capisce che occorre presto trovare una sintesi. Il problema dei giovani rampanti che compongono il direttivo della segretaria, è quello che hanno poco appeal, per usare un eufemismo, con i vecchi del partito e che non vogliono più seguire le logiche, che hanno governato il Pd in questi ultimi vent’anni. E così la stessa Schlein che, non a caso, appena eletta segretaria, aveva manifestato la sua intenzione di tagliare una volta per tutte, i ponti tra il partito nazionale e i vari cacicchi e capibastone locali (ogni riferimento al presidente della Campania Vincenzo De Luca è assolutamente voluto).

Sempre secondo i bene informati, anche il riavvicinamento al partito di quella vecchia volpe di Matteo Renzi avrebbe come scopo quello di indebolire la segretaria (ruolo nel quale il senatore di Rignano, sembra trovarsi da tempo assai a suo agio). E poi come se non bastasse a completare il quadro, ci sono i rapporti sempre più tesi con Giuseppe Conte, che ormai si è deciso in questa fase a contrastare la linea politica del Pd a sinistra per rosicchiare voti (cosa che sta già avvenendo da qualche settimana). Insomma, il sentiero per la segretaria è sempre più stretto e chi gli è più vicino, la definisce sempre più infastidita dalle voci interne che cercano di screditare.

 Primo tra tutti proprio quel Romano Prodi, che è stato messo alla berlina per un gesto assolutamente deprecabile nei confronti di una giornalista del Tg4. Fatto reso ancora più grave dal fatto che il professore abbia sempre negato di averlo fatto, per poi essere clamorosamente smentito dalle immagini trasmesse dalla trasmissione forse più “amica” del Pd. Ed è per questo che le voci che intravedono una manina del Pd dietro all’invio a Di martedì delle immagini inedite sulla tirata di capelli di Prodi, prendono sempre più corpo. Ma a quel punto si avrebbe la conferma che la guerra all’interno del partito è davvero cominciata, e si preannuncia senza esclusione di colpi bassi.

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