Politica
Pensioni, aumenti di 651 euro da gennaio. Chi sono i 'fortunati'
Pensi, aumenti dal primo gennaio. Quanto e per chi
Pensioni, aumenti dal primo gennaio 2022.
Partiamo dall’aumento delle pensioni minime: nel 2022 l’aumento arriverà per tutti coloro che soddisfano i requisiti reddituali e anagrafico. Durante questo duemilaeventuno i trattamenti minimi hanno visto un aumento dello 0,5% rispetto al 2020. Questo ha portato gli assegni a 515 euro, cifra ancora troppo bassa per vivere dignitosamente. Proprio per questo, nel 2022 l’importo mensile aumenterà di altri 26 euro circa per tutti coloro che hanno tra i 60 e i 64 anni e di 83 euro al mese per i soggetti di età compresa tra 64 e 69 anni.
Per poter esser inclusi in questo aumento, si legge su https://www.pensionipertutti.it/, è necessario anche rientrare in alcuni requisiti reddituali. Nel dettaglio per chi è da solo il reddito annuo non dovrà superare i 6.702,54 euro (o 13.405,08 per l’aumento parziale) mentre se coniugato il reddito annuo totale di entrambi dovrà essere inferiore a 20.107,62 euro (o 26.810,16 euro per l’aumento parziale). Anche in questo caso, ovviamente, il reddito personale del destinatario di pensione minima non dovrà superare i 6.702,54 euro.
Per raggiungere l’aumento massimo, da 515 a 651 euro, bisogna invece esser in pensione ed aver già compiuto i 70 anni, con reddito personale non superiore a 8.469,63 euro, o coniugale non superiore a 14.447,42 euro. In questo caso, grazie al cosiddetto incremento al milione, gli importi passeranno direttamente a 651,51 euro.
Oltre all’aumento delle pensioni minime, nel 2022 vi sarà la rivalutazione di tutte le altre pensioni (di vecchiaia, anticipate, indirette ecc), con un costo complessivo stimato dal Governo di circa 4 miliardi di euro. Al momento è difficile capire di quanto saranno aumentate le pensioni, perchè il Governo Draghi non ha ancora deciso il “come rivalutare” le pensioni. Si potrà usare il “Metodo Prodi” o il “Metodo Conte”.
Con il metodo che dovrebbe tornare in vigore da gennaio, quello Prodi, si va dai 126 euro medi in più all’anno per le pensioni fino a 1.500 euro lordi al mese – quelle 3 volte la pensione minima – ai 1.027 euro medi extra per gli assegni più alti. Con il metodo Conte del 2019 (che Draghi vorrebbe adottare per risparmiare) si va da 126 a 484 euro annui. Ovviamente non possiamo escludere totalmente un eventuale stop di Draghi alle rivalutazioni piene, magari solo per le fasce più alte. Non resta che aspettare la legge di bilancio e capire meglio come vorrà comportarsi il Governo.