Politica

Pensioni minime rivalutate di 1,8 euro, tutto vero. Per il Centrodestra non è una "beffa". E assicura altri aumenti...

Di Alberto Maggi

Si lavora alla manovra attendendo la fine del concordato

Pensioni minime, anche su questo punto divergenze nella maggioranza di governo

Tutto vero. L'aumento delle pensioni minime per la rivalutazione legata al costo della vita è solo di 1,8 euro, ai quali vanno però aggiunti i tre euro di aumento decisi dalla Legge di Bilancio (e non legati all'inflazione) e che il governo, in base all'esito del concordato fiscale la cui riapertura scade il 12 dicembre, spera di aumentare fino a 6-7 euro in più.

Fonti ai massimi livelli della maggioranza di Centrodestra, nel confermare la cifra 1,8 euro, spiegano che "non si tratta di nulla di clamoroso" ma semplicemente "quest'anno l'inflazione, per fortuna, è decisamente più bassa dello scorso anno. Nel dettaglio l'inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l'indice generale e a +2,0% per la componente di fondo. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,3% su base mensile e dell'1,0% su base annua.

Dal Centrodestra ricordano come lo scorso anno, quando l'inflazione era molto alta e c'era il problema del caro-bollette, il governo aveva rivalutato le pensioni minime del 120% rispetto all'inflazione e del 100% fino a quattro volte la minima. Ma anche gli assegni più ricchi avevano avuto una rivalutazione anche se tagliata del 50%. Insomma, per la maggioranza siamo di fronte a una "normale dinamica economica" e non a una "beffa di cui questa mattina parlano alcuni quotidiani certo non amici dell'esecutivo".

Sempre dal Centrodestra, fonti di Fratelli d'Italia confermano il massimo impegno per tentare già dal 2025 di aumentare le pensioni minime più dei tre euro decisi finora con l'impegno di legislatura ad arriva a cifre ben più consistenti (il sogno di Silvio Berlusconi era 1.000 euro di minima per tutti al mese).

Anche se questo fronte però emergono differenze nella maggioranza perché la Lega vorrebbe far crescere di più le pensioni minime da lavoro, quindi chi ha versato almeno 15 anni di contributi, rispetto a quelle sociali che di fatto vanno a chi non ha mai versato contributi all'Inps o solamente in parte.

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