Politica
Permesso di soggiorno, la sentenza: "Se il reato è lieve ok al rinnovo"
La Corte costituzionale mette un freno allo stop automatico nel rinnovo dei permessi di soggiorno: "È illegittimo nei casi in cui i reati hanno lieve entità"
Ovviamente - aggiunge la Consulta - ciò implica una valutazione in concreto della pericolosità dello straniero; sia perché l'automatismo del diniego, riferito a stranieri già presenti regolarmente sul territorio nazionale (e che hanno iniziato un processo di integrazione sociale), è in contrasto con il principio di proporzionalità”. Pertanto, secondo la Corte è possibile che a volte la condanna non sia tale da comportare un giudizio di pericolosità attuale riferito allo straniero reo.
Le ragioni sono diverse: la lieve entità e le circostanze del fatto, il tempo ormai trascorso dalla sua commissione, il livello di integrazione sociale nel frattempo raggiunto. Per questo è necessario che, in sede di valutazione sul rinnovo del permesso di soggiorno, l'autorità amministrativa, riporta la sentenza: "apprezzi tali elementi, al fine di evitare che la sua valutazione si traduca in un giudizio astratto e, per ciò solo, lesivo dei diritti garantiti dall'art. 8 Cedu".
La Corte ha inoltre sottolineato che "l'interesse dello Stato alla sicurezza e all'ordine pubblico non subisce alcun pregiudizio dalla sola circostanza che l'autorità amministrativa competente operi, in presenza di una condanna per i reati di cui si tratta, un apprezzamento concreto della situazione personale dell'interessato, a sua volta soggetto ad eventuale sindacato di legittimità del giudice".