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Piano per il Sud 2020: atto d'amore di Conte-Provenzano con regali riciclati

Piano per il Sud 2020: atto d'amore di Conte-Provenzano con regali riciclati

Ho letto distrattamente, ma non troppo, il Piano per il Sud presentato a Gioia Tauro dal premier Conte e dal ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Provenzano e ho trovato al suo interno una serie di riferimenti ai contenuti dei documenti Svimez degli ultimi anni. Evidentemente il ministro Provenzano, che è stato dirigente Svimez, non si è dimenticato dei suoi trascorsi.
Però... Però per il resto ho trovato molto materiale riciclato, un po' come nel caso di chi dona all'amato/amata nel giorno di San Valentino lo stesso gioiello dell'anno precedente e anche di 10 anni prima. Cattiva memoria o faccia tosta, poco importa.
Nel febbraio 2011, ai tempi della giunta Vendola e con Guglielmo Minervini, che ricordo con nostalgia, assessore alle Infrastrutture, fu presentato il Piano della Puglia Corsara che conteneva una decina di opere infrastrutturali capaci di permettere alla nostra regione di partire all'arrembaggio. Tra le altre infrastrutture vi era la realizzazione dell'Alta Capacità sulla Linea Napoli Bari, con la sottolineatura di chiedere al governo l'inserimento di quell'opera in un Piano per il Sud.

In sintesi Puglia Corsara era un  Programma per lo sviluppo delle infrastrutture strategiche e della piattaforma logistica regionale. Dieci interventi ritenuti strategici e prioritari per migliorare il complessivo sistema della mobilità pugliese della circolazione di merci e persone sia attraverso interventi infrastrutturali che azioni immateriali sul versante delle nuove tecnologie. Dentro il programma vi erano:

Gli interventi individuati operano su tre livelli: sovra regionale, regionale, territoriale.
Quelli di carattere sovra regionale, come l’alta capacità Bari-Napoli, potranno essere inseriti dal governo centrale nel capitolo infrastrutture del Piano per il Sud. Alcune infrastrutture sono state realizzate. Per altre dovremo probabilmente attendere il prossimo Piano per il Sud.

   Dopo 9 anni ho visto che nel Piano per il Sud di Conte/Provenzano è scritto testualmente che tra le opere infrastrutturali prioritarie vi è la "Linea AV-AC Napoli-Bari (costo dell’opera 5.787 milioni di euro; è composta da otto interventi funzionali, di cui alcuni già affidati; le opere appaltabili entro il 2021 sono le seguenti: tratta Hirpinia– Orsara, galleria di valico, costo dell’opera 1.535 milioni di euro, gara pubblicata ad aprile del 2020 e affidamento entro il 2020; tratta Orsara-Bovino, costo dell’opera 560 milioni di euro, gara pubblicata a marzo del 2020 e affidamento entro il 2020)".
   A seguire, sempre nel Piano Sud di Conte e Provenzano, si legge: "Occorre, poi, riprendere il “discorso interrotto” del CIS Taranto, nell’ambito del quale sono già stati delineati i tratti fondamentali (urbanistici, culturali e produttivi) della Taranto del futuro: più di un miliardo di euro di interventi già finanziati e in larghissima parte ancora da realizzare nel Capoluogo e nel territorio provinciale, di cui circa 550 milioni di euro finanziati con il Fondo Sviluppo e Coesione". Insomma nei 123 miliardi del Piano Sud ci sono anche i soldi del Cis Taranto e altri regali riciclati che tanti governi hanno donato al Sud, alla Puglia e a Taranto negli ultimi anni. 

 Il ministro Provenzano ha ripreso nel Piano un altro cavallo di battaglia dell’associazione Svimez:  il rafforzamento delle Zone economiche speciali previste da un decreto contenente misure urgenti per il rilancio del  Mezzogiorno convertito in legge nell’agosto del 2017.  In Puglia le Zes istituite (2) hanno sono solo nate formalmente e per garantire i risultati urgenti ci vorrà ancora tempo, mentre in Campania la Zes ha compiuto qualche passo in più.

In ogni caso il governo, attraverso il Piano Sud 2030 ci fa sapere che “La Legge di Bilancio 2020 ha visto un notevole ulteriore rafforzamento della misura, con l’obiettivo di accelerare l’attuazione e l’operatività dello strumento, per recuperarne la funzione, piegata dalle perimetrazioni regionali a misura di sviluppo territoriale, alla finalità propria di attrazione dei grandi investimenti. Sul piano della governance, è prevista l’istituzione di un Commissario Straordinario di Governo per ogni ZES, che presiede i Comitati direttivi e partecipa alla Cabina di regia nazionale, al fine di garantire sia il necessario indirizzo unitario delle politiche di attrazione degli investimenti, sia una spinta decisiva per l’effettiva implementazione delle misure già previste nei singoli Piani di sviluppo ZES, sia a livello di semplificazione amministrativa che a livello di marketing e attrazione degli investimenti. Sul piano degli incentivi fiscali, è prevista l’estensione del credito d’imposta per investimenti fino a tutto il 2022, con una copertura di ulteriori 100 milioni di euro”. Si tratta di cose risapute, annunciate in tante altre occasioni nei mesi scorsi dall’attuale ministro per il Sud e da quello del precedente governo. Dunque, nessuna novità, ma solo un altro regalo riciclato.

Come sono quasi tutti regali riciclati “le ulteriori linee di intervento (che saranno oggetto di appositi finanziamenti per tutto il ciclo 2021-2027) che prevedono, in particolare:

  1. la nomina dei Commissari Straordinari e l’istituzione degli Uffici dei Commissari, a supporto delle attività dei Commissari stessi e del Comitato Direttivo di ogni ZES;
  2.  il finanziamento delle infrastrutture c.d. “ultimo miglio” all’interno delle aree ZES, con l’adeguamento e il potenziamento degli assi viari e ferroviari di connessione con le aree industriali, i porti, gli interporti e retroporti, per il necessario sviluppo del traffico merci;
  3.  l’elaborazione di “Protocolli energetici” per ridurre il costo dell’energia per le imprese operanti nelle ZES;  4)
  4.  lo sviluppo di sinergie con l’Agenzia delle Entrate, per la migliore applicazione degli incentivi fiscali (in particolare al settore della logistica) e il coordinamento delle diverse misure di intervento fiscale a livello locale e nazionale; 5)
  5.  l’indicazione alle Autorità di Sistema Portuali che rientrano nelle ZES di istituire le Zone Franche Doganali (ZFD), come ulteriore strumento di attrattività delle aree;
  6. l’istituzione dei presidi di legalità nelle aree ZES già previsti a livello normativo e regolamentare, anche attraverso specifiche dotazioni tecnologiche.       

Intanto, a fronte di tanti regali del governo, la Regione Puglia ha chiesto più di due mesi fa al governo di ottenere la nomina dei componenti di  nomina governativa (2 componenti) nel Comitato di indirizzo della Zes interregionale adriatica (Puglia-Molise) che per legge ha il compito di gestire li nuovi investimenti  e di preparare il piano di marketing   per attrarre investitori nelle aree recintate, ma non ha ancora ottenuto risposta.  Alla faccia degli interventi urgenti.                                                                                 

     

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