Politica

Meloni al Colle, presidente della Repubblica eletta dei cittadini. Esclusivo

Di Alberto Maggi

Pronta la riforma riforma semi-presidenzialista, in Parlamento a gennaio. Avanti con l'autonomia differenziata

Semi-presidenzialismo all'"italiana". Ecco il progetto


Fantapolitica? Mica tanto. Lo scenario è intrigante e, dietro le quinte, se ne discute da qualche settimana. Ma facciamo ordine. Il dibattito sull'autonomia differenziata presentata dal ministro Roberto Calderoli, con tutti i distinguo che non arrivano solo dai Governatori di Centrosinistra ma anche da alcuni presidenti di Regione di Centrodestra del Sud, è strettamente legato alla riforma in senso presidenziale dello Stato. E infatti, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, subito dopo le feste di Natale, a gennaio, quando la Legge di Bilancio sarà ormai approvata e archiviata, arriverà in Parlamento il ddl di modifica della Costituzione, sul quale il Terzo Polo Calenda-Renzi ha già detto di essere disposto a dialogare con la maggioranza.

Il modello "italiano" di semi-presidenzialismo - come lo definiscono fonti di FdI - assomiglierà moltissimo a quello francese. Ironia della sorte, proprio a quello del nemico numero uno di Giorgia Meloni, ovvero Emmanuel Macron. Elezioni quindi del Capo dello Stato e non del premier, che comunque verrà indicato direttamente dagli elettori nel momento delle elezioni politiche per il rinnovo delle Camere, che avrà più poteri rispetto a quelli attuali del presidente della Repubblica ma non al pari dell'inquilino della Casa Bianca (presidenzialismo puro). In assenza di intoppi e/o liti nel Centrodestra, e quindi se tutto andrà come previsto, l'iter per il cambiamento della Carta durerà circa un anno e mezzo in caso di maggioranza qualificata o circa due anni laddove ci fosse il referendum confermativo, che sicuramente Pd e M5S chiederanno essendo contrari alla riforma.