Politica

Primarie Pd, Renzi scende vicino al 50%. Rischia se l'affluenza sarà alta

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Doppio stop a Renzi su manovra ed elezioni a settembre

Matteo Renzi sembra scomparso. Sono giorni che non si fa vedere in televisione e che le sue uscite sui media sono davvero con il contagocce. Perché questa scelta dell'ex premier? Semplice, i suoi spin doctor gli hanno caldamente consigliato di limitare al massimo le uscite pubbliche al fine di mantenere più bassa possibile l'affluenza alle urne in vista delle primarie per la leadership del 30 aprile.

Nel Pd, tutte le correnti, sono infatti convinti che più la partecipazione sarà alta e più il segretario uscente rischia. Ecco perché la strategia è quella di evitare di pubblicizzare l'appuntamento con i gazebo previsto tra trenta giorni. Anche perché - secondo quanto apprende Affaritaliani.it - c'è un sondaggio sulle primarie realizzato da un istituto multinazionale che dà Renzi in calo al 50-55%, seguito da Orlando al 30-35% e con Emiliano intorno al 15% (i voti popolari saranno diversi da quelli dei circoli).

La paura del giglio magico è che con un'affluenza troppo elevata il 30 aprile l'ex presidente del Consiglio si fermi al di sotto del 50% arrivando così alla scelta del segretario attraverso un ballottaggio in Assemblea Nazionale. Dove, ed ecco il vero timore dei renziani, ci potrebbe essere un accordo tra il secondo classificato e il terzo (probabilmente nell'ordine il ministro della Giustizia e il Governatore pugliesi) che costerebbe a Renzi la leadership del Pd.

In queste ore l'ex premier ha subito anche uno stop all'ipotesi di correre alle urne a settembre. Franceschini, Orlando ma anche il Presidente Mattarella hanno consigliato cautela bloccando così il ritorno della voglia di urne subito dopo l'estate. La preoccupazione fondamentale di Renzi è quella di arrivare alle elezioni all'inizio del 2018 dopo una Legge di Bilancio restrittiva (ovvero tasse e tagli) fatta da un governo a guida Pd (Gentiloni). E da qui sono uscite le indiscrezioni sulla volontà di non fare la manovra e di arrivare all'esercizio provvisorio.

Ma anche su questo punto il fuoco di sbarramento è stato quasi unanime. Fonti del Quirinale hanno fatto filtrare "irritazione" del Capo dello Stato, Franceschini e Orlando si sono immediatamente schierati contro e il ministro dell'Economia Padoan, garante dei rapporti con Bruxelles e con le istituzioni Ue, ha escluso categoricamente l'ipotesi dell'esercizio provvisorio. Insomma, Renzi ormai è abbastanza isolato nel Pd e al suo fianco gli sono rimasti soltanto i fedelissimi (Guerini, Orfini, Serracchiani, Richetti solo per citare qualche nome).