Politica
Referendum, Berlusconi 'costretto' a chiedere le elezioni. Niente inciucio
Referendum, la valanga di No rovina i piani di Berlusconi
Rovinati i piani di Silvio Berlusconi. Sembra strano dirlo all'indomani dello straordinario successo del No al referendum costituzionale, ma è proprio così. L'ex Cavaliere sperava in una vittoria risicata, magari al fotofinish 51 a 49, per potersi sedere attorno al tavolo con Matteo Renzi e far pesare i propri voti in Parlamento, partendo dalla riforma delle legge elettorale. In sostanza - spiegano fonti azzurre - il leader di Forza Italia avrebbe voluto prendere spunto dall'esigenza di rinnovare l'Italicum per tornare a collaborare con il Pd e il presidente del Consiglio. E invece niente. La vittoria schiacciante del No, ben oltre ogni previsione della vigilia, legata al boom dell'affluenza alle urne, non consente a Berlusconi di "fare da stampella al Pd".
A questo punto, è la sintesi che fanno in casa Forza Italia, non potrà che esserci la richiesta di elezioni politiche anticipate nel più breve tempo possibile. Insomma, addio definitivo a ogni ipotesi di governo di scopo o di larghe intese, modello Enrico Letta. L'idea dell'ex Cav è quella che una figura del Pd o vicina al Nazareno (per questo si fanno i nomi di Padoan e Grasso) gestisca l'ordinaria amministrazione, principalmente l'approvazione della Legge di Bilancio, e favorisca in tempi rapidi il via libera in Parlamento di una nuova legge elettorale per poi andare alle elezioni anticipate possibilmente prima dell'estate (ipotesi marzo-aprile). Ovviamente nel Centrodestra si aprirà la sfida della premiership con Berlusconi poco propenso ad accettare le primarie di coalizione invocate da Matteo Salvini, Giorgia Meloni ma anche da esponenti di peso di Forza Italia come Giovanni Toti. Ma - è il ragionamento che fanno ambienti azzurri - "se si vorrà evitare di consegnare l'Italia ai grillini, un accordo con la Lega e Fratelli d'Italia-An andrà trovato per forza". Anche se molto dipenderà dalla legge elettorale e soprattutto se quest'ultima prevederà o meno il premio di maggioranza.