Politica

Riforme, dritti sul presidenzialismo. Meloni si gioca tutto al referendum

Di Alberto Maggi

Riforme, che cosa accade dopo i no di Schlein e Conte alle proposte della maggioranza

Azione e Italia Viva non bastano per far passare il premierato con i due terzi dei voti in Parlamento

Muro contro muro. Il tavolo delle riforme, di fatto, è già naufragato, come aveva scritto Affaritaliani.it qualche giorno fa. Il no secco e pregiudiziale di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle anche all'elezione diretta del presidente del Consiglio, il cosiddetto premierato, spinge Giorgia Meloni a tornare all'ipotesi A, ovvero il presidenzialismo. D'altronde poco più di un anno fa l'attuale capo del governo, mentre erano in corso le trattative per il Quirinale che hanno riportato Mattarella al Colle, presentava la proposta ufficiale di Fratelli d'Italia per l'elezione diretta del presidente della Repubblica. E lì oggi si torna.

L'ipotesi B, il premierato, era un modo per cercare una sponda con le opposizioni, ma le aperture sono arrivate soltanto dall'ex Terzo Polo. E i numeri non sono sufficienti per arrivare ai due terzi in Parlamento con Centrodestra, Azione e Italia Viva (sicuramente non alla Camera). E, quindi, a questo punto tanto vale giocare la partita in modo forte e chiaro tornando al presidenzialismo, bandiera anche di Forza Italia e di Silvio Berlusconi. Non solo, le cronache romane raccontano che anche Matteo Salvini è contrario al premierato.