Politica
Riforme, Renzi chiude alla sinistra Dem. Si va allo scontro in Aula
L'elezione diretta dei futuri senatori? "Non può sussistere perché negata dalla doppia conforme (negata, cioè, già due volte: sia al Senato sia alla Camera, ndr). Ma nessuno ha minacciato Grasso". Il premier Matteo Renzi durante la direzione del Pd risponde così al segretario di Sel Nichi Vendola che lo aveva accusato Renzi di aver minacciato il presidente del Senato. "Se il presidente del Senato apre sulla doppia conforme è ovvio che dobbiamo fare una riunione dei gruppi parlamentari del Pd per ragionare su cosa apre questa discussione", ha aggiunto infatti il premier. "E' stato detto da qualche leader dell'opposizione che convocherei le Camere, ma non è vero: non è nel potere del premier. Ho solo detto che di fronte a un'eventuale e inedita decisione di Grasso di aprire sulla doppia lettura conforme, il Pd si riunirebbe in Camera e Senato per decidere cosa fare".
Il discorso di Renzi (terminato con un voto favorevole all'unanimità alla posizione del premier, ma la minoranza ha lasciato la riunione prima del voto) parte dalla Buona Scuola "che non è altro che un inizio di percorso" perché ci tiene a dire che quella riforma "è stata resa possibile dalla vostra insistenza e tenacia. Subito dopo le amministrative anch'io ho avuto dubbi su quella legge. Ma grazie agli uomini e alle donne del Pd abbiamo detto si va avanti. Inizio da qui perché credo che un partito politico abbia il compito non sempre di assecondare gli umori". Poi, riferendosi al voto in Grecia (ma evocando in qualche modo un parallelo con i dissidenti interni al Pd), lancia la stoccata con ironia: "Le scissioni funzionano magari come minaccia, non tanto al momento elettorale. Chi di scissione ferisce, di elezione perisce e, per usare un tecnicismo, anche 'sto Varoufakis ce lo siamo tolto".
Ha preso il via a largo del Nazareno, infatti, la riunione dedicata principalmente alle riforme istituzionali. Ed è continuata fino a pochi minuti prima dell'inizio la trattativa tra minoranza dem e maggioranza del partito. Le parti hanno cercato di tradurre sul piano operativo la doppia indicazione politica: la scelta dei futuri senatori da parte dei cittadini, come chiesto dalla minoranza, e la nomina degli stessi da parte dei consigli regionali, come chiede la maggioranza.
Ma all'interno della minoranza ci sono alcune defezioni importanti all'appuntamento odierno (voluto e convocato dal premier e segretario dem): oltre a Felice Casson, che ha già annunciato la propria assenza, alla direzione partecipa neanche Pierluigi Bersani, impegnato alla festa dell'Unità di Modena. L'ex segretario proprio ieri aveva dichiarato: "Se c'è disponibilità vera, noi siamo a posto e per trovare l'accordo basta un millimetro. Non possiamo rompere il Pd su queste cose".
"Matteo Salvini", leader della Lega Nord, "il 10 settembre non era al parlamento europeo ma ad Agorà Estate - prosegue Renzi nella sua relazione - a dire che è pronto ad accogliere un profugo a casa sua. Prima però diceva prendetelo voi il profugo". Poi, parlando di "surfisti dell'istante: cosa che vale per Salvini ma anche per alcuni capi di Stato e di governo" e per "altri che vanno da Farange a Orban".
"Il primo patto del Nazareno l'abbiamo fatto al nostro interno, è nato proprio qui - arriva al punto Renzi -. Abbiamo deciso noi di cambiare passo. Vorrei che la storiellina del golpe di Palazzo fatto a sorpresa può andare bene per un talk show, ma non per la realtà. Rispondo con una risata a chi parla di svolta autoritaria". E poi, tornando indietro a quel febbraio 2013, quando il Pd non vinse le elezioni: "Questa legislatura è nata male, senza che si sia formato un governo. E' nata con una non vittoria. Non è riuscita a fare né un governo né un presidente della Repubblica. La svolta è arrivata quando abbiamo deciso di fare le riforme".
E' a questo punto che il segretario cita il rugby - la partita Giappone contro Sudafrica - per raccontare l'eccezionalità della vittoria del Giappone: "Quando la legislatura non procedeva, dentro al Pd si è deciso di fare una mossa ardita, come Giappone contro Sudafrica nel rugby: si va all'ultima azione, 28 a 30, e il Giappone ha la palla. Tutto ci si aspetta tranne che il Giappone attacchi, ma con un'azione che entrerà nella storia, il Giappone attacca e vince la partita". Ebbene, "le riforme che abbiamo fatto rendono tutti voi orgogliosi di far parte del più grande partito europeo. Abbiamo dimostrato che la politica ha un senso. Naturalmente la riforma costituzionale è un tassello di questo mosaico. Noi su questa riforma mettiamo la faccia con il referendum. Stiamo togliendo al Senato il potere di dare la fiducia e di decidere su tutto. Stiamo dicendo che il Senato è la Camera delle autonomie, stiamo dicendo che alle Regioni togliamo soldi e diamo regole più chiare".
Scambio di battute tra Renzi e Gianni Cuperlo durante la direzione. Al premier che aveva citato nel suo intervento la vittoria sorprendente del Giappone nella coppa del mondo di rugby, l'esponente della minoranza dem replica così: "Alla fine di quella partita ha sorpreso il fatto che l'allenatore del Giappone abbia detto che è favorevole al Senato elettivo". Pronta la replica di Renzi: "Gianni, il fatto è che si riferiva al Giappone".
"Non c'è un obbligo costituzionale per cui tutti devono votare come dice il partito - continua Renzi a proposito del ddl Boschi -. Ma c'è un principio di buon senso per cui chi decide di interrompere il percorso lo deve dire e motivare con chiarezza all'interno e all'esterno". Ancora: "Le elezioni le vinci suscitando una speranza. Noi non buttiamo giù le tasse perché almeno poi vinciamo le elezioni. Perché non funziona così. Noi non stiamo proponendo l'abolizione dell'Imu e della Tasi prima casa per motivi elettorali. Ma per restituire solidità a un comparto che ha sofferto maggiormente. Imu e Tasi sono percepiti come la tassa" e qui imita la voce di Silvio Berlusconi mentre, da premier, promette per la prima volta agli italiani l'abolizione del balzello".
"I laburisti inglesi sono rimasti gli unici a godere nel perdere, dopo il ritiro dei Washington Generals, gli sparring partner degli Harlem Globe Trotter: non si tratta di essere blairiano e anti-blairiani, ma si tratta di capire se si vuole andare all'elezioni come alle Olimpiadi, per partecipare o per vincere. Dopo quanto è accaduto con Ed Miliband, tutto potevamo immaginare tranne quello che è accaduto con Corbyn. Per la sua vittoria di Corbyn credo che il più contento di tutti sia Cameron".
"Credo - si avvia a concludere Renzi - che l'Italia dei gufi sia in minoranza. C'è un'Italia che vuol bene all'Italia, che ha voglia di trovare dei luoghi in cui essere orgogliosa di chiamare patria la propria casa. Questa Italia è da custodire e da difendere. Ma anche rilanciare con più decisione. E' il compito del Pd. Non è cambiato niente rispetto a 18 mesi fa. Abbiamo da discutere con tanti, ma l'Italia è ripartita e non la ferma più nessuno. Abbiamo un Paese che non ne può più di litigi autoreferenziali e che chiede di essere messo nelle condizioni di ripartire. Speriamo di essere in grado di darglielo". Un aiuto a Renzi nel cercare i numeri in Senato arriva dal senatore di Forza Italia Francesco Amoruso che ha annunciato di voler lasciare il partito per aderire al nuovo gruppo parlamentare di Denis Verdini (Ala, alleanza liberalpopolare - autonomie) per sostenere le riforme.