Politica
Riforme, Renzi convoca direzione Pd .Opposizioni ritirano emendamenti
Dopo lo strappo di ieri della minoranza, nel Partito democratico si cerca ancora un accordo sulle riforme e non e' escluso che nelle prossime ore il gruppo di Palazzo Madama possa tornare a riunirsi per un nuovo confronto, mentre lunedi' alle 15,30, alla probabile vigilia dell'approdo nell'Aula del Senato del ddl Boschi (la capigruppo di pronuncera' nel pomeriggio) si terra' una direzione. In attesa di novita' Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali, si dice convinta che "ci siano le condizioni politiche e tecniche per arrivare a un testo condiviso nel Pd e nell'aula del Senato".
"Io credo - aggiunge la senatrice Dem - che sia necessario portare a compimento, in tempi certi e rapidi, dopo la prima lettura della Camera e del Senato e dopo 30 anni di discussioni, il percorso della riforma costituzionale". L'Ncd garantisce intanto lealta' al governo: "La nostra - spiega Renato Schifani - e' una posizione di coerenza. Faremo di tutto perche' il percorso riformista vada avanti e si concluda nell'interesse del Paese. Lavoreremo per restituire al Senato delle funzioni che gli sono state sottratte e per il listino di Quagliariello" sui senatori. Per l'ex presidente del Senato "non c'e' uno stretto legame tra il voto sulle riforme e il cambiamento della legge elettorale che e' oggetto di dibattito interno al nostro partito". Il tema della modifica dell'Italicum, afferma ancora, "e' oggetto di un dibattito interno al nostro partito, Alfano ha riconosciuto che il tema esiste e probabilmente sara' posto in tempi successivi".
Da Forza Italia, invece, Renato Brunetta ribadisce le critiche al premier Renzi. "Al Senato, ormai e' chiaro, Renzi non ha i numeri, non ha i voti per approvare la sua riforma costituzionale. Il presidente del Consiglio costringe la presidente Finocchiaro ad una violenza nei confronti del presidente Grasso, non ammettendo gli emendamenti all'articolo 2, cosa che non si e' mai vista. E, molto probabilmente, il Partito democratico chiedera' che si vada direttamente in Aula senza il passaggio in Commissione: altra violenza su una legge costituzionale. Almeno 28 senatori del Pd voteranno contro, ma pare che faranno altrettanto anche 10-15 senatori del Nuovo Centrodestra di Alfano. Stando cosi' le cose Renzi va a sbattere, e con lui il suo governo", dice il capogruppo di FI alla Camera.
Senato, spunta ipotesi ritiro mole emendamenti - Spunta l'ipotesi, a palazzo Madama, che possa essere ritirata gran parte della mole di emendamenti presentati in Commissione Affari Costituzionali, soprattutto dalla Lega Nord, sulle riforme. A condizione che si discuta in quella sede del ddl Costituzionale, prima di portarlo all'esame dell'assemblea. Il senatore della Lega Nord, Roberto Calderoli, sarebbe orientato, si apprende a palazzo Madama, a mantenere solo le proposte di modifica di merito, come quelle che riguardano le funzioni del nuovo Senato. E del Titolo V. Al momento dal diretto interessato non sono arrivate pero' conferme. La Commissione e' convocata per le 14:30. Intanto si aspetta la Conferenza dei capigruppo fissata per le 15 nella quale la maggioranza potrebbe chiedere la calendarizzazione per l'esame d'assemblea delle riforme.
Dopo la Lega, anche Forza Italia, 5 Stelle e Sel hanno annunciato il ritiro della gran parte degli emendamenti presentati al ddl Boschi. A riferire quanto sta accadendo in commissione Affari costituzionali del Senato e' via twitter il Pd Francesco Russo, che spiega, in un tweet successivo, che le "opposizioni insistono per votare sulla convocazione del comitato ristretto prima della conferenza dei capigruppo delle 15".