Politica

Roma sommersa dai rifiuti, l'eredità di Raggi mette a rischio il Giubileo

Di Giuseppe Vatinno

Da decenni si assiste ad un progressivo degrado di Roma, vetrina della Nazione. Ma il discorso non è solo politico. Cause ed effetti

Non possiamo ripercorrere tutto quello che ha combinato a Roma l’amministrazione pentastellata con una gestione confusionaria e superficiale che ha portato per la prima volta la Capitale sulla prima pagina del New York Times per la monnezza, i cinghiali, le buche e le soluzioni fantasiose come le capre che avrebbero dovuto brucare l’erba dei giardini o le teleferiche che sospese nel cielo di Roma avrebbero attraversato la città con nugoli di vecchietti felici e penzolanti nel vuoto.

Un “regalo” che poi la Raggi ha lasciato è stato quello delle inutili piste ciclabili, già ammalorate subito poco la messa a dimora e che ora restringono pericolosamente le carreggiate, provocando disagi ed ingorghi là dove prima si fluiva.

I romani l’hanno giustamente punita relegandola all’ultimo posto nelle ultime amministrative. Il Sindaco è cambiato ma i problemi ci sono ancora e ci si aspettava da Roberto Gualtieri un cambio di marcia che non c’è ancora stato. Certo ha ereditato una situazione quasi ingestibile dopo i cinque anni dei grillini ma ora il tempo è passato e i problemi non sono stati risultati e se ne sono aggiunti di nuovi.

Ad esempio i taxi introvabili proprio ora che c’è una incredibile estate turistica e che Roma ha l’ardire di proporsi come sede per l’Expo del 2030, del cui comitato, incredibilmente, è a presidenza ancora Virginia Raggi anche se non le fanno toccare palla.