Salvatore Romeo, l'uomo dei tetti, lascia
“Purtroppo ho commesso degli errori di valutazione, in considerazione delle vicende che hanno coinvolto Raffaele Marra, e di questo chiedo scusa a tutti i romani. Voglio però sottolineare la mia assoluta estraneità alle inchieste giudiziarie che attualmente lo riguardano”
Questo si legge in un comunicato stampa di Salvatore Romeo, ex capo segreteria della Raggi, e suo uomo di fiducia insieme a Raffaele Marra.
Romeo è descritto come un “attivista della prima ora” cioè uno di quei pasionari che si possono trovare in ogni ufficio o struttura pubblica, soprattutto se locale.
Sono quelli che per tutta la giornata sciorinano peana a favore del populista di turno e contro il sistema marcio che affligge l’intero Paese, il bel suol d’Italia ma loro no, sono diversi, loro cambieranno dapprima la città, poi, la nazione, dopo l’Europa ed infine, naturalmente, il mondo.
Chiunque abbia fatto una fila in un ufficio pubblico o ci abbia lavorato sa di cosa parlo.
Questa specie impiegatizia in genere si limita all’eloquio interminabile ma sostanzialmente inoffensivo tranne nel caso di vittoria del suo partito/movimento allora divengono virulenti.
Allora l’impiegato pasionario da molesto si trasforma in prepotente e strafottente e comincia a girare per gli uffici facendosi forte di possibili ruoli d’autorità futuri, un po’ come in un film di Fantozzi.
A quel punto la maggioranza colleghizia impiegatizia, intimorita, comincia a seguirlo e ad atteggiarsi sulla stessa lunghezza d’onda.
Questo a sentire l’ex capo della avvocatura capitolina Murra- faceva Romeo soprannominato anche l’”uomo dei tetti” perché immortalato in una foto sui tetti appunto del Campidoglio con la sindaca Raggi.
Ora Romeo (facile la rima con il mejo gatto ser Colosseo) prende subito le distanze dai suoi ex sodali in primis quel Raffele Marra ora al gabbio e con cui divideva il potere capitolino.
Come noto la salita/discesa dai carri vincenti è sport largamente praticato nel nostro Paese ma una così rapida discesa raramente si era mai vista.
Prosegue Romeo:
“Faccio un passo indietro per evitare che attaccando la mia persona si possa nuocere allo straordinario lavoro che si sta svolgendo in Campidoglio”. Ho deciso di rinunciare all’incarico che mi è stato affidato dalla Sindaca. I fatti degli ultimi giorni non hanno lasciato spazio ad altra scelta: seppur difficile e sofferta è l’unica scelta seria e possibile per il bene della città e delle istituzioni”.
E qui, come nel caso Muraro, si nota un’altra piccola astuzia da quattro soldi; è lui che se ne va non l’hanno cacciato, mi raccomando.
Peccato che le cose non stiano così.
Infatti l’allontanamento di Romeo, insieme a Marra e Frongia sono stati diktat del vero sindaco di Roma, Beppe Grillo; la condizione per non marinizzare la Raggi.
ps: per un refuso era comparso il nome del dr De Vito invece di quello di Frongia.
Ce ne scusiamo con l'interessato.