Politica

Schlein in ripresa, Meloni in calo: l'inutile ossessione per i sondaggi

di Vincenzo Caccioppoli

De Gasperi amava ripetere che "un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione"

In questo la premier ha cercato di tenere la barra dritta, per quanto possibile, e anche adesso che i sondaggi vedono un calo di popolarità sia in termini di fiducia personale che di consenso al suo suo partito, fisiologico in parte  se vogliamo, dopo anni di crescita senza sosta, la sua azione di governo giustamente non sembra troppo influenzata da questi refoli di vento. Non si sa ora se la sua rivale Elly Schlein, che appare  altrettanto concreta e poco propensa ai troppo facili proclami, non si faccia troppo lusingare e esaltare da sondaggi favorevoli, che vedono premiare, proprio grazie al suo arrivo, il suo partito, tornato sopra il 20%, dopo un lungo periodo che pareva prevedere un lento ed inesorabile declino senza fine.

Anche perché anche se in misura minore la stessa cosa era accaduta con l’arrivo alla segreteria del partito di Enrico Letta ( e sappiamo tutti come è andata a finire). Le conseguenze potrebbero anche essere esiziali sia per lei che per il suo partito. La Meloni non ci pare che l'abbia fatto né all'opposizione né tantomeno oggi al governo, e forse questo sta anche alla base del suo grande successo. Se la Schlein che al di là dei naturali distinguo e delle ovvie differenze, se vorrà provare ad emularne le gesta, non potrà che seguire il suo esempio anche e soprattutto su questo aspetto.