Politica
Schlein premier: i tre punti del programma (nascondendo la politica estera) e il piano delle alleanze (campo largo col 'trucco'). Inside
La segretaria del Pd vuole diventare la seconda donna premier
Sanità, lavoro e ambiente i tre punti chiave per mettere tutti insieme. Renzi e Calenda "nascosti" in un civica nazionale come in Emilia Romagna e in Umbria
Diventare la seconda donna presidente del Consiglio italiano. Quello di Elly Schlein non è affatto un sogno, ma un obiettivo ben preciso al quale sta lavorando tassello dopo tassello. Un percorso certamente lungo se il governo dovesse arrivare al termine della legislatura nel 2027. Ma non siccome non si mai e la maggioranza di Centrodestra potrebbe anche implodere per le divisioni intere o essere terremotata con i referendum su autonomia e premierato, meglio farsi trovare pronti.
Ieri al meeting di Europa Verde a Chianciano Terme, in provincia di Siena, la segretaria del Pd lo ha detto in modo chiaro: partiamo da ciò che ci unisce. E i punti programmatici principali sono sostanzialmente tre: investimenti nella sanità completamente da ristrutturare e riorganizzare che è il principale problema oggi in Italia, il lavoro e quindi il sostegno ai redditi più bassi con il salario minimo garantito per legge e anche con una forma di patrimoniale per i super-ricchi che aiuti il principio di redistribuzione, la tutela dell'ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici con la trasformazione ecologica e l'uso di nuove forme di energia "pulita" senza dipendere dall'estero e in particolare dalla Russia per il gas.
Poi ci sono altri dossier importanti - come l'estensione dei diritti (Ius Soli) e più risorse per il sistema scolastico e i trasporti - ma i tre punti chiave che possono unire il campo largo sono sanità, lavoro e ambiente.
Schlein, da leader del primo partito di opposizione nettamente avanti a tutti gli altri, non ha alcuna intenzione di trovare una figura terza che metta tutti d'accordo, nemmeno Paolo Gentiloni (ormai disoccupato), vuole essere lei in prima persona a giocarsi la partita per Palazzo Chigi. Ovviamente in questo piano la politica internazionale viene messa in secondo piano in quanto è la più divisiva, anche all'interno dello stesso Pd. D'altronde ieri a Chianciano Riccardo Magi, leader di Più Europa, ha detto chiaramente di non essere d'accordo con la linea di Giuseppe Conte dello stop alle armi all'Ucraina. Ecco perché nascondere la politica estera.
La strategia delle alleanze è quella delle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Umbria, con l'incognita M5S per capire se la seconda votazione online degli iscritti/militanti confermerà Conte presidente e Grillo out. Quindi il Pd come punto di riferimento della coalizione che si allea a sinistra con i pentastellati e con Alleanza Verdi Sinistra e per quanto riguarda il centro - per evitare veti e contro-veti come in Liguria che hanno fatto perdere Andrà Orlando - il piano prevede una grande lista civica nazionale che contenta ma senza mostrare i simboli Italia Viva, Azione, Più Europa e i Socialisti.
Una sorta di lista civica per l'Italia, moderata, europeista, liberaldemocratica ma saldamente nel campo del Centrosinistra. È chiaro che visto lo sbarramento per entrare in Parlamento non potranno esserci più liste ma soltanto una con un portavoce/leader che non sia né Renzi né Calenda ma che dentro abbia anche loro. Nel Pd assicurano che numeri alla mano già oggi uno schema di questo tipo è maggioranza nel Paese. Ora basta solo lavorare sia sul fronte del programma che su quello delle alleanze. Schlein ci crede e punta a sostituire Giorgia Meloni alla guida del governo.