Scissione Pd, mediazioni fallite ma si tratta ancora. E' corsa contro il tempo
Pd: per ora fallite tutte le mediazioni, ma nel partito si tratta. Tutte le ipotesi in campo per evitare la scissione
Scissione Pd, l'offerta di Renzi
Emiliano ha proposto a Renzi di fare la conferenza programmatica a maggio e di tenere il congresso a settembre, con un percorso 'blindato' che non prevede strappi neanche in caso di insuccesso del Pd alle amministrative. Franceschini invece ha illustrato il suo piano: primarie il 7 maggio e discussione franca sui programmi al congresso. Orlando e Orfini, pur con diverse visioni sul da farsi, hanno messo sul tavolo il progetto di aprire ad un confronto programmatico all'interno della fase congressuale. Tanti sono stati i tentativi nel Pd di trovare una 'exit strategy' ed evitare la scissione.
Scissione, il piano dei ministri Pd
Un'altra soluzione e' finita sul tavolo di Renzi ieri: voto anticipato a settembre e solo dopo il congresso dem. Ma anche questa ipotesi, caldeggiata da diversi ministri, sembra non avere le gambe per correre. La minoranza Pd non si fida e, anche se il segretario uscente non avrebbe chiuso, resta complicato il dialogo su scenari cosi' lontani. Ed ecco che si ritorna al punto daccapo. Con Renzi che sta invitando, contattandoli telefonicamente, gli 'scissionisti' a desistere, garantendo loro piena cittadinanza nel partito alle loro battaglie. Nessun passo avanti per ora nella crisi in cui si e' avvitato il Pd.
D'Alema: scissione Pd un nuovo inizio
In serata arrivano le parole di D'Alema: "la scissione non sarebbe un dramma ma un nuovo inizio". Affermazioni che i renziani definiscono incendiarie. Sul tavolo, quindi, restano gli appelli. Ne arriveranno altri nelle prossime ore. "La partita e' finita", tagliano corti fonti parlamentari dem. In realta' fino all'ultimo si cerchera' il dialogo. L'ultimo tentativo di mediazione - urne dopo l'estate e congresso successivamente - e' un segnale che si stanno tentando altre strade per evitare lo strappo. "Il fatto e' - argomenta un esponente di peso del Pd - che con un sistema proporzionale ognuno fa i propri conti. E anche la minoranza pensa di avere piu' posti uscendo che restando dentro il partito". Non e' cosi', replicano dall'altro campo: "Noi - e' la tesi - vogliamo che si volti pagina, che si capisca il messaggio arrivato dall'esito del referendum".