Politica
Berlusconi, nell'eredità ci sono anche i marchi. Tranne quello di Forza Italia
Lanciare prodotti col cognome Berlusconi? Diritti limitati solo al comparto "mutande"
I marchi di Silvio Berlusconi ereditati dai figli, tranne uno
Non solo palazzi, ville, soldi e quadri. Nell'eredità di Silvio Berlusconi ci sono anche i marchi europei di proprietà personale del Cavaliere. Come spiega il Corriere della Sera, c'è per esempio "L’Italia che lavora", che fino al 23 ottobre 2032 è una esclusiva dei figli e ci possono marchiare innumerevoli prodotti. "Così CENTRODESTRA UNITO o GRANDEITALIA o altri, in maiuscolo o minuscolo. Non c’è, tuttavia, «Forza Italia» che è di proprietà diretta del partito".
Racconta qualche dettaglio interessante il Corriere della Sera: "Il pacchetto di marchi passato ai figli per successione comprende, innanzitutto, il cognome di famiglia tutto maiuscolo «BERLUSCONI». I diritti d’uso del brand, però, sono limitati al solo comparto «Mutande», tra le centinaia di categorie commerciali possibili (profumeria, utensili, abbigliamento, giochi, carne, caffè, bevande ecc). Il motivo è che Brenno Bianchi, 32 anni, studioso di diritto (tesi di 378 pagine rintracciabile sul web), uomo fuori dagli schemi (dicono gli amici), contitolare a Milano della piccola casa editrice «Le lucerne», aveva presentato un ricorso per decadenza (l’ha scritto Il Fatto Quotidiano) all’Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea perla proprietà intellettuale. Al termine dell’iter ha ottenuto ragione quasi su tutto col timbro finale del 26 giugno scorso, due settimane dopo la morte dell’ex premier".
I marchi attivi, racconta sempre il Corriere della Sera, "spaziano da «Grande Italia» a «Centrodestra Unito» e «Centrodestra per la libertà» in varie declinazioni e poi «Altra Italia» che dà l’idea della voglia di cambiare che aveva Berlusconi, al punto che a 81 anni nel luglio 2018 registrò anche il marchio ben più aggressivo «Rivoluzione Italia»".