Politica

Sondaggi, numeri clamorosi dopo il Friuli. E' cambiato tutto. Ecco i dati

a cura di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista

Lega boom al 12%, FdI cala al 24. Pd al 17%, nessun "effetto Schlein"

Se dunque proiettassimo i risultati del Friuli-Venezia Giulia su scala nazionale arriveremmo alla conclusione, indubbiamente sorprendente, che ci potrebbe essere spazio nel prossimo futuro per nuovi partiti. Una “sinistra che non c’è”, meno “elitaria” del Pd e più radicale nella critica al sistema rispetto a Verdi e Sinistra. Un “centro che non c’è”, meno mediatico e meno personalistico rispetto a Renzi e Calenda e più collegato ai bisogni del territorio. E un “civismo protestatario che non c’è”, capace di mettere in discussione il nuovo ordine mondiale tecnocratico che ha cominciato a costituirsi con la pandemia. Forse proprio il fatto che mancano dei partiti portatori di istanze differenti, in qualche modo più radicali (a sinistra) o meno leaderistiche (al centro), spiega la crescente disaffezione degli elettori.

Per quanto concerne infine la situazione del Movimento Cinque Stelle, va ricordato che il suo andamento è stato sempre fortemente oscillatorio da un'elezione all'altra, e soprattutto da un livello elettorale (comunale o regionale) all'altro (nazionale o europeo). Certo, questa volta il risultato è stato veramente deludente, con un modestissimo 2,5 per cento scarso. Una delle ragioni di questa evidente sotto-performance consiste sicuramente nella concorrenza esercitata dalla formazione civico-protestataria, "Insieme Liberi", guidata da Giorgia Tripoli. La quale, con il suo quasi 5%, ha praticamente doppiato il M5S sottraendogli una quota importante di mercato elettorale. A dimostrazione che l'area del disagio e della protesta ha caratteristiche di fluidità persino maggiori di quelle che contraddistinguono le altre formazioni politiche.

Scenari da fantapolitica? Può darsi. Ma spesso sono proprio piccoli i segnali strani che vengono ignorati dai commentatori a rendere deludente la politologia, per quanto concerne la capacità previsionale. A parte le considerazioni sui partiti che non ci sono, più prudentemente, dall’analisi del voto in Friuli-Venezia Giulia, possiamo dire che il centro-destra nel suo insieme mantiene saldamente il suo ruolo dominante, mentre sia il centro-sinistra che il centro-centro devono ancora trovare una loro identità vincente.