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Politica
Ue, Ursula bis? FdI: "Mai col Pse. Noi nel Ppe? Assolutamente no"
Carlo Fidanza e Giorgia Meloni

Fidanza smentisce un possibile avvicinamento di Meloni e FdI al Ppe: “Non è assolutamente all’ordine del giorno"

 

Le elezioni in Polonia di domenica scorsa ci hanno restituito una medaglia a due facce. Il partito ultra-conservatore PiS di Jaroslaw Kaczynski e del premier Mateusz Morawiecki si è confermato primo partito ma l’opposizione europeista guidata dall’ex presidente del Consiglio europeo e del Partito Popolare Europeo Donald Tusk ha i numeri per formare il nuovo governo. Fine dell’ondata sovranista in Europa? Ridimensionamento di Giorgia Meloni che finora ha avuto nel PiS il suo principale alleato? Strada spianata a un nuovo mandato per Ursula Von der Leyen? Affaritaliani.it ne ha parlato con Carlo Fidanza, Capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, che sintetizza così le ragioni della sconfitta del PiS. 

“Nessun governo in Polonia ha mai fatto tre mandati consecutivi. E anche nel resto d’Europa è capitato di rado. Dopo otto anni, con il contesto internazionale che stiamo vivendo e che limita la capacità di risposta dei governi, un po’ di stanchezza dell’elettorato era prevedibile e prevista. Ma guai a dare Kaczynski per vinto".

Il luogotenente meloniano sembra alludere a scenari inaspettati. “Dico soltanto che il presidente della repubblica Duda darà il mandato per formare il governo al PiS e che Kaczynski proverà a formarlo parlando con tutti. E nello schieramento opposto già si vedono le prime crepe. Ad esempio, il partito cattolico PSL (che ha fatto parte della coalizione di centro) ha già detto che si opporrà all’inserimento nel programma di governo di modifiche sostanziali alle leggi sull’aborto. Non sarà semplice, ma ci proveranno”. Eppure tutti scommettono su un governo Tusk: “Anche se fosse Tusk alla fine a formare il governo si tratterà di una maggioranza molto variegata e i problemi di certo non scompariranno. Cosa farebbero sulla questione del grano ucraino? Subirebbero le politiche di Bruxelles o difenderebbero i loro agricoltori? E sui sussidi ai rifugiati ucraini, continuerebbero a elargire ingenti risorse provocando insoddisfazione tra i polacchi o le taglierebbero? Insomma, venuto meno l’alibi della demonizzazione della destra, la navigazione sarebbe tutt’altro che tranquilla”. 

La lettura prevalente è che però questa sia una battuta d’arresto per il progetto europeo di Giorgia Meloni. “È ovvio che per chi guida la famiglia dei Conservatori europei sia meglio avere in Consiglio tre governi espressione di ECR invece di due. Ma Giorgia Meloni rappresenta un governo forte e stabile di una grande nazione europea, sarà sicuramente protagonista delle scelte più importanti anche dopo le elezioni europee. E il risultato elettorale dei partiti che aderiscono a ECR farà crescere il nostro gruppo. Tutti gli altri ragionamenti li faremo il giorno dopo il voto”.

Quindi sbaglia chi dice che dopo la vittoria dello schieramento europeista in Polonia Ursula Von der Leyen avrebbe la strada spianata per un mandato bis? E che Giorgia Meloni sarebbe pronta a sostenerla? Fidanza non si sbilancia: “Siamo nel pieno di una crisi internazionale multipla e francamente pensare al bis di Von der Leyen mentre il mondo brucia e l’Europa non riesce minimamente a incidere mi pare guardare il dito e non la luna. Meloni e Von der Leyen hanno avviato una positiva collaborazione sull’immigrazione ed è interesse italiano che ci sia una risposta forte e coordinata per fermare i traffici. Sul resto è una Commissione che ha mostrato molte carenze. Del futuro si parlerà più avanti, tenendo conto delle scelte che i cittadini faranno alle Europee del prossimo giugno. Di certo non siamo disponibile ad alleanze con i socialisti”.

Fidanza smentisce anche un possibile avvicinamento di Meloni e FdI al Ppe: “Non è assolutamente all’ordine del giorno. FdI è un pilastro dei Conservatori europei e lo sarà ancora di più tra nove mesi. Il Ppe vive una fase di travaglio interno: gioiscono per la prospettiva di fare un governo con i socialisti in Polonia e accusano giustamente di ‘golpismo’ i socialisti in Spagna. Credo debbano decidere se fare della loro famiglia un bastione del centrodestra o la stampella della sinistra, come è stato per gran parte di questa legislatura. Noi sappiamo da che parte stare”.

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