Politica

Zingaretti vorrebbe un governo giallo-rosso, ma fa il prezioso

Giuseppe Vatinno

Zingaretti non parla mai dell'articolo 18 abolito da Renzi

Nicola Zingaretti ha ribadito oggi che lui non supporterà nessun governo tecnico con i Cinque Stelle qualora dopo le elezioni ci fosse una crisi (uno dei suoi sogni ricorrenti).

Un atteggiamento che non può non strappare un sorriso. Zingaretti sembra uno di quei personaggi dei racconti ottocenteschi che innamorati di qualcuno un po’ si offrivano e un po’ si ritraevano per farsi desiderare di più.

Zingaretti ha in realtà un sogno segreto e questo sogno si chiama “giallo-rossi” e non si tratta di un omaggio alla squadra della sua città, Roma, ma bensì all’eterno richiamo del potere.

Zingaretti, come Martin Luther King, “ha un sogno” e cioè quello di tornare a governare in questa legislatura al posto della Lega di Salvini. Già si immagina sistemato nelle poltrone di qualche bel ministero romano, spaparanzato tra i vecchi mobili e storiche scrivanie appartenute magari a Quintino Sella o a Camillo Bando di Cavour. Zingaretti, come ogni ex dirigente comunista, ha un solo obiettivo in testa: il potere ad ogni costo.

Il Pd ha dimostrato questa sua atavica fame di comando da quando uno spregiudicato Matteo Renzi fece il Patto del Nazareno con l’”odiato” Silvio Berlusconi, oppure quando tradì la classe lavoratrice con il Jobs Act e l’abolizione dell’articolo 18.

Ma è possibile che ora parli di tutto ma non del ripristino dell’articolo 18? È possibile che il capo del maggior partito della sinistra non senta la necessità di tutelare i lavoratori?

E il fatto che ora sia all’opposizione è ancor più grave perché ora potrebbe parlare “a gratis” e neppure quello fa.

Però dice che non è interessato ad un patto “giallo -rosso” mentre c’è da giurare che farebbe carte false per rificcarsi a Palazzo Chigi.

Almeno, in una situazione simmetrica e speculare, Silvio Berlusconi pare molto più genuino perché lui a governare ci tiene e come ed ha comunque il buon gusto di dirlo apertamente.

Lo stesso Berlusconi, si badi bene con cui Zingaretti ha fatto un accordo elettorale in Sicilia.

A tal proposito Luigi Di Maio ha dichiarato:

“Quando vince il Movimento Cinque Stelle si mandano all’opposizione il Patto del Nazareno e gli estremismi. Quando non vince il Movimento Cinque Stelle, vincono coalizioni di Pd e Forza Italia insieme, come successo a Gela: questo è inquietante per il futuro del Paese. Per questo credo che bisogna continuare a dare fiducia al Movimento Cinque Stelle”.

Questi accordi “contro natura” dimostrano che il Pd non è affatto cambiato e pur di governare si alleerebbe anche col diavolo.