Pillole d'Europa
PROGETTI PER FRAGILITA’ E SALUTE, UN ECOSISTEMA ANTIRICICLAGGIO, RICERCHE E CIBO PER LO SPAZIO
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI

Presentato il progetto "Fragilità al centro" a Milano
di Cinzia Boschiero
Domanda: ci sono dei progetti europei per farsi carico in modo innovativo all’aumento delle fragilità negli anziani? Marianna Pinto
Risposta: sì. Ci sono diversi progetti europei tra cui “frAAgiLe” che è un sistema di rilevamento delle cadute, ma anche di fragilità, è una innovativa piattaforma che analizza lo stato di fragilità della persona anziana, sia fisicamente che mentalmente, e quindi assegna esercizi fisici e mentali personalizzati per prevenire il rischio di possibili cadute, utilizzando una soluzione accessibile e conveniente che combina video di esercizi e serious game per allenare e rilevare la fragilità fisica o cognitiva, con pure tecniche di Deep Learning applicate per aiutare il sistema frAAgiLe ad apprendere la storia di fragilità di ogni singolo utente. Il progetto rAAgiLe è stato sviluppato con un approccio incentrato sulla Persona, con un coinvolgimento attivo degli utenti finali in diverse fasi del progetto, per tutta la sua durata; gli utenti finali provenienti da diversi Stati europei, apportando quindi un background eterogeneo dal punto di vista culturale ed economico, contribuiscono alla co-creazione della piattaforma. Il progetto ha un budget totale di 2.246.554,08 euro. Tra gli altri progetti europei realizzati c’è ad esempio anche il progetto FrailSafe che è stato lanciato il primo gennaio 2016 e ha riunito partner provenienti da Grecia, Spagna, Italia, Belgio, Francia e Cipro. L'obiettivo era ambizioso: prevenire la fragilità sviluppando una serie di misure e strumenti, insieme a raccomandazioni per ridurne l'insorgenza. Per raggiungere questi obiettivi, FrailSafe ha combinato tecnologie all'avanguardia e tecniche di data mining con competenze di alto livello nel campo della salute e dell'invecchiamento. Il progetto, finanziato dal programma di ricerca europeo Horizon 2020, ha avuto una durata triennale. C’è poi il progetto europeo intitolato “Integrazione dell'assistenza geriatrica per gli anziani - Rafforzare la competenza del personale sanitario per garantire la qualità dell'assistenza” che realizza un'analisi della situazione per identificare e valutare i pazienti con multimorbidità e fragili; punta ad un miglioramento delle competenze degli operatori sanitari e socio-assistenziali e di coloro che entrano in contatto con una popolazione anziana nel loro lavoro con l’organizzazione di training specifici; sviluppa strumenti e la preparazione del terreno per l'adozione di un approccio globale alla gestione delle popolazioni geriatriche che consenta l'identificazione sistematica dei bisogni degli anziani e la loro assistenza sanitaria ottimale.
Il Recovery and Resilience Facility prevede un finanziamento di 2,8 milioni di euro per questo progetto, mentre l'investimento totale ammonta a tre milioni di euro. Il progetto è iniziato a settembre 2022 e si concluderà entro agosto 2026. Ci sono pure progetti innovativi lombardi come l’iniziativa denominata “Fragilità al Centro” che realizza una giornata di screening nei centri anziani lombardi il 17 maggio in diverse città quali Monza, Como e Brescia, promossa dalla Fondazione Longevitas per richiamare l’attenzione, informare e fare prevenzione su una problematica, quella della fragilità, molto diffusa soprattutto fra gli anziani e troppo spesso trascurata.
“Lo scenario che abbiamo di fronte è caratterizzato da un aumento delle fragilità. In Lombardia la percentuale degli anziani sul totale della popolazione è in costante crescita: più di 3 milioni di lombardi vivono in una condizione di cronicità, mentre sono 672mila i cittadini con una limitata autosufficienza,” ha sottolineato di recente il Presidente del Consiglio regionale lombardo, Federico Romani, intervenuto a Palazzo Pirelli alla presentazione dell’iniziativa, “Mettere la fragilità al centro significa creare sinergie, mettere in rete energie, idee, competenze e risorse e, soprattutto, considerare la prevenzione come l’asset principale del welfare lombardo, senza dimenticare che dietro ogni fragilità c’è sempre un nome e un cognome. La sfida è riuscire a coniugare le risorse umane ed economiche attraverso una reale e concreta condivisione di obiettivi ed esperienze”. La fragilità è una condizione che rende l’organismo più vulnerabile e meno capace di rispondere a stress di vario tipo, come malattie, cadute, interventi chirurgici. Chi è in una condizione di fragilità ha un rischio maggiore di complicanze, che spesso esitano in perdita dell’autonomia e ripetuti ricoveri ospedalieri. Si stima che circa il 10-15 per cento delle persone over-65 e il 25-30 per cento dei soggetti over-80 sia fragile. I fattori causali sono molteplici, tra cui cambiamenti del funzionamento dell’organismo legati all’età, malattie croniche, fattori sociali e ambientali. Ma, come spiegano i promotori del progetto, la fragilità non è una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento, e non va considerata come tale: con le giuste strategie, raccomandate dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, si può prevenire e contrastare. Oltre a promuovere la prevenzione, l’iniziativa permetterà di raccogliere dati utili a fini di ricerca sulla prevalenza della “sindrome da fragilità” in Lombardia. La Fondazione Longevitas è impegnata ogni giorno nel promuovere la longevità positiva e costruire un ambiente che favorisca l’inclusione sociale, l’attività e il benessere nella società longeva, a partire dalla promozione della salute delle persone anziane. Responsabili scientifici dell’iniziativa sono il Prof. Giuseppe Bellelli dell’Università Milano-Bicocca, la Prof.ssa Alessandra Marengoni dell’Università di Brescia, il Prof. Andrea Maria Maresca dell’Università dell’Insubria. Tutti gli individui di età superiore ai 65 anni potranno gratuitamente conoscere il proprio stato di salute attraverso una valutazione multidimensionale geriatrica in loco, mirata a individuare eventuali condizioni di fragilità. Potranno inoltre ricevere consigli su come prevenirne l’insorgenza anche attraverso un’adeguata informazione sull’importanza della prevenzione vaccinale, oltre che di una nutrizione appropriata grazie anche al ricorso di supplementi a base di aminoacidi essenziali e non essenziali, supportata dalla consegna di materiali informativi. Si tratta di un primo esperimento, proposto in Lombardia e in Italia, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e diffondere informazioni corrette sul tema della fragilità.
Domanda: si fa qualcosa di utile e valido contro il riciclaggio a livello europeo? Roberto Francessi
Risposta: sì, se ne parlerà anche a Roma martedì 13 maggio 2025, dalle ore 10:00 alle ore 12:45, quando si svolgerà l'evento dal titolo “L’ecosistema antiriciclaggio in Italia: stato dell'arte e ruolo della società civile”, promosso da Transparency International Italia in collaborazione con la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia. L'incontro è organizzato nell’ambito del progetto STEP EU (Strengthened enforcement capacities of public authorities in the European Union) e intende promuovere un confronto interistituzionale sul rapporto tra antiriciclaggio e anticorruzione, nonché favorire delle sinergie tra autorità e società civile, per contribuire a rafforzare l’ecosistema antiriciclaggio a livello nazionale ed europeo.
L’evento è aperto alla partecipazione di professionisti del settore e loro collaboratori, studenti universitari, neolaureati e giovani professionisti, partecipanti provenienti dal settore pubblico, accademico e della società civile, con interesse o esperienza nell’ambito dell’antiriciclaggio e dell’anticorruzione. STEP EU (Strengthened enforcement capacities of public authorities in the European Union) è un progetto rivolto a rafforzare le strategie di prevenzione della corruzione e del riciclaggio di denaro nell’Unione Europea. E’ coordinato da Transparency International. La coalizione di capitoli nazionali che collabora al progetto si occupa di attività di ricerca sulle capacità dell'Unione Europea di combattere la corruzione, il riciclaggio di denaro sporco e la criminalità organizzata, al fine di promuovere una maggiore consapevolezza degli Stati membri e dell'UE rispetto alle barriere normative che limitano i progressi dell'antiriciclaggio.
Il progetto coinvolge Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Portogallo, Slovenia e Spagna ed interesserà anche le istituzioni dell’Unione Europea. Il progetto si propone di favorire una migliore cooperazione tra tutte le autorità competenti e impegnate in tema di antiriciclaggio, attraverso la promozione e la facilitazione di scambi tra le autorità nazionali e le loro controparti dell'Unione Europea, con il coinvolgimento di stakeholder quali imprese ed esperti indipendenti.
Domanda: quando tornano gli astronauti da una missione nello Spazio sono molto debilitati, ci sono progetti per la loro salute? Mirko Burassi
Risposta: sì. In effetti gli astronauti sono dei veri eroi che con il loro sacrificio e il loro impegno ci aiutano a comprendere come e se il nostro organismo possa adattarsi o meno alle situazioni future di possibile “ vita” nello Spazio e non ci si rende conto di quanto essi mettano in gioco la loro stessa esistenza al servizio della scienza. Ci sono diversi progetti di ricerca per cercare di tutelare la loro salute. Anche nella recente edizione di Euroflora ad esempio era presente pure uno stand del progetto. Il cibo per gli attuali astronauti della NASA viene preparato e confezionato presso lo Space Food Systems Laboratory del Johnson Space Center di Houston, in Texas. Mentre ad Euroflora di Genova è stato presentato un prototipo della serra spaziale dinamica per coltivare piante e ortaggi in orbita realizzata da Space V, spin off dell'Università di Genova. Franco Malerba è uno tra i fondatori della start up ed era stato il primo astronauta italiano ad andare nello spazio, a bordo dello Space Shuttle Atlantis il 31 luglio del 1992, per un la missione Sts-46, che vedeva la collaborazione tra la Nasa e l'Asi (Agenzia Spaziale Italiana). Fino a oggi gli astronauti si sono nutriti di cibo portato da terra, disidratato e termostabilizzato, privo di vitamine fresche, questa start up punta a dare la possibilità di coltivare e mangiare cibo fresco in orbita nel prossimo futuro. La serra ideata da Space V evita inconvenienti adattando progressivamente il volume disponibile per ogni scaffale di coltivazione in base al livello di crescita delle sue piante; un sistema meccatronico gestisce il movimento automatico delle mensole di coltivazione e un AI Decision Support System (DSS) ottimizza la posizione delle mensole in base al livello preciso di crescita delle piante in ogni ciclo produttivo. Possono essere utilizzati terreni liofilizzati, substrati idroponici o aeroponici. Rigorosi test di laboratorio su un prototipo di serra hanno dimostrato che i sistemi di illuminazione e ventilazione possono essere avvicinati alla chioma delle piante senza alcun rischio di danneggiarle.