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Caporalato, Coldiretti replica a Minervini
"Fallito il progetto capo on-ghetto off"
Chiamati in causa nella nota del capogruppo di “Noi a Sinistra per la Puglia”, Guglielmo Minervini (già Assessore nelle precedenti giunte Vendola), sugli ultimi sviluppi della vicenda caporalato, Coldiretti replica con una nota dal titolo: Fallito su tutta la linea il progetto ‘capo on - ghetto off’.
Minervini, la cui nota è riportata integralmente in correlata a questo articolo, dopo aver suggerito di: "Stabilire un Daspo sui finanziamenti regionali per tutte le aziende che risultano avere a che fare col caporalato" aggiunge: "Sarebbe molto incisivo che lo stesso Daspo lo dichiarassero anche tutte le associazioni datoriali. Bisogna uscire dall'ipocrisia. Segnare una linea di demarcazione netta. Molto importante e positivo l'attivismo della Coldiretti in questi giorni. Peccato che lo scorso anno non volle apporre la propria firma sul protocollo che impegnava al lavoro legale le aziende del pomodoro in Capitanata. Ma, forse, il caporalato l'anno scorso c'era lo stesso, le telecamere e i morti no. Un segnale in tal senso sarebbe la definizione tempestiva degli indici di congruità, bloccati da anni da un ostruzionismo incomprensibile e, ormai, alla luce del fenomeno, insopportabile. In Capitanata le aziende che dichiarano 0 giornate di lavoro per la raccolta dei pomodori sono circa 16.000, un oceano!!".
La replica della Coldiretti non si è fatta attendere:
“Coldiretti Puglia si domanda e domanda al consigliere e già Assessore alla trasparenza Minervini secondo quale strano sillogismo una organizzazione come Coldiretti non possa muoversi ‘attivamente’ e parlare di contrasto al capolarato, quando è già motivo di espulsione di un socio per Statuto, solo perché non ha condiviso taluni strumenti imposti dalla pubblica amministrazione senza utili contradditori, perché ritenuti inefficaci se non addirittura controproducenti. Il bollino etico ha dato dimostrazione di quanto sia coerente e libera Coldiretti. Quando condivide la linea firma, in caso contrario non appone sigle di facciata. Il banco di prova per testare la reale e non di facciata volontà di rispettare le imprese agricole e agroalimentari, le opportunità occupazionali che creano e i lavoratori sarà il rinnovo dei contratti di lavoro".
"Le firme dei protocolli di intesa su temi così scottanti come il lavoro nero e/o il caporalato non hanno mai portato risultati, come dimostrato dal fallimento su tutta linea del documento citato dal consigliere Minervini che nessun effetto ha sortito proprio rispetto al progetto ‘capo on - ghetto off’".
"All’epoca – giugno 2014 – Coldiretti non solo non firmò Il protocollo, ma criticò la decisione dell'allora assessore regionale Minervini di chiudere in Prefettura un'intesa sul lavoro agli immigrati extracomunitari prima della definizione dell'accordo tra datori di lavoro e sindacati, visto che il succitato protocollo – evidentemente scritto senza tenere conto di tutte le ripercussioni del caso - proprio sui contributi andava addirittura a creare una discriminazione al contrario rispetto ai lavori italiani".
"In merito al Daspo sui finanziamenti, Coldiretti Puglia precisa che il PSR già prevede il blocco dell’erogazione in caso di mancata presentazione di certificazione probante percorsi di legalità e trasparenza. La inutile moltiplicazione di documenti è in netta contraddizione con il percorso di semplificazione che la stessa Regione Puglia ha avviato".
"Così come Coldiretti Puglia denuncia il balletto di dati, numeri e notizie vere, false o presunte su lavoro nero, braccianti, imprese, raccolte, caporali – di cui vorremmo conoscere le fonti ufficiali e i riscontri e gli accertamenti delle forze dell’ordine - sciorinate in questi giorni che hanno azzerato con un colpo di spugna l’immagine positiva della Puglia a livello nazionale e internazionale. Le aziende esportatrici pugliesi nelle ultime settimane si trovano nella difficile condizione di ‘giustificarsi’ per quanto accade, come se il problema dell’etica fosse un male che ha colpito trasversalmente tutte le imprese produttrici agricole e agroalimentari pugliesi. Se sindacati e istituzioni hanno una fotografia così precisa e inequivocabile del problema, dovranno immediatamente essere ascoltati dalle forze dell’ordine, in modo che vengano sgominate definitivamente le bande di malfattori.
"Pur avendo condiviso il principio della premialità e la funzione e l’utilizzo dato al DURC (Documento Unico Regolarità Contributiva) anche in campo agricolo, Coldiretti Puglia continua a sostenere forti perplessità rispetto alla comunicazione anticipata di assunzione e ai ‘già regolarmente applicati’ indici di congruità – per cui abbiamo presentato ricorso al TAR - in considerazione dell’inadeguatezza di questo strumento rispetto alle peculiarità del settore agricolo, caratterizzato da rapporti di lavoro di breve periodo e, comunque, condizionati dagli eventi climatici. Il tema cardine è relativo agli indici di congruità affrontato più volte anche a livello nazionale quale elemento utile ad attivare il controllo aziendale e non quale strumento automatico per elevare eventuale sanzione o decurtare finanziamenti e/o sovvenzioni. Coldiretti ha già espresso più volte la disponibilità ad affrontare in maniera costruttiva la delicata tematica, senza essere ascoltata".
"Coldiretti Puglia ribadisce che le imprese agricole ‘vere e sane’ rispettano le regole quotidianamente – comunque e a prescindere dai ‘momenti interessati’ della politica e dalle luci della ribalta - purché le regole siano ragionevoli e plausibili".
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Minervini: “Daspo sui contributi regionali per le aziende che ricorrono al…
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