PugliaItalia
Coldiretti, Pesca: idee innovative
per andare "controcorrente"
I mari che circondano la Puglia sono sempre stati ricchi di pesce di ogni varietà e il pescato è da sempre una delle risorse alimentari più importanti per i pugliesi.
Valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese, mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana, che tuteli la qualità e l'identità nazionale del prodotto. E' l'impegno di Coldiretti ImpresaPesca, che ha realizzato il progetto GEST.IMP.ESCA “Miglioramento nella gestione dell’impresa pesca e recupero di aree naturali nelle marinerie pugliesi” (Misura 3.1 del F.E.P. – Fondo Europeo per la Pesca), un supporto per una svolta positiva a questo settore sia in termini ecologici che economici.
“Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni - rileva il Responsabile Nazionale di Coldiretti ImpresaPesca, Tonino Giardini - e che ha causato la perdita del 35% dei posti lavoro e la chiusura del 32% delle imprese, una “rotta persa” da tempo dal settore con una governance debole ed incapace di gestire una politica di ripresa. Un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni. La produzione ittica derivante dall’attività della pesca è da anni in calo e quella dell’acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell’attività tradizionale di cattura”.
Il settore soffre la concorrenza sleale del prodotto importato dall’estero e spacciato come italiano, soprattutto nella ristorazione, a causa dell’assenza dell’obbligo di etichettatura dell’origine. Ad oggi infatti l’unico strumento per invertire la crescente dipendenza italiana dall’importazione, che ha superato il 76 per cento è rappresentato dall’acquacoltura, che invece viene penalizzata dalla mancanza di certezze e da una grave assenza di norme che ne consentano lo sviluppo.
“La scarsa conoscenza delle specie ittiche - spiega il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - ci impone di lavorare sulla promozione al grande pubblico delle eccellenze dei nostri mari. Inutile dire che la Puglia riveste in tale direzione un ruolo di prim’ordine, soprattutto dal punto di vista del cosiddetto pesce povero che, oltre alle qualità nutrizionali e alle straordinarie caratteristiche organolettiche, gode di un rapporto qualità-prezzo a tutto vantaggio del consumatori. La pesca e l’acquacoltura Comunitaria non soddisfano i mercati dell’Unione e circa la metà dei consumi di pesce del Vecchio Continente dipendono delle importazioni”.
Proprio per questo, Coldiretti ImpresaPesca ha avviato iniziative pilota per la vendita diretta del pesce presso la rete di Campagna Amica. Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Giorgio Donnini - Mare, futuro "controcorrente"