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Con i Vescovi coro trasversale
"Il Sud non sia pattumiera"
“Il Sud, con tutti i suoi problemi, non può diventare la pattumiera d’Italia”, l’appello del vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, Mons. Vito Angiuli, è molto più di un grido di allarme: è un colpo alla stomaco per tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro Mezzogiorno", lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Oltre con Fitto, Erio Congedo.
"Per questo non posso che condividere l’azione amministrativa del presidente della Regione, Michele Emiliano, - continua Congedo - che ha impugnato i nove decreti del Governo con i quali ha autorizzato le ricerche e quindi dato il via libera alle trivellazioni nel nostro mare. Ma sono convinto, e lo sono molto di più dopo l’appello di mons. Angiuli, che occorre una sinergica e coordinata azione socio-politica trasversale. Una sollevazione popolare che faccia giungere il grido “NO TRIVELLE” della Puglia fino a Roma. Facciamo insieme e convintamente, senza bandiere e senza faziosità".
E poi aggiunge: "In questo, per la verità, molto può proprio il presidente Emiliano, che sicuramente ha più di tutti la possibilità di interloquire direttamente con il premier Matteo Renzi. Emiliano trovi il modo di ammonire il segretario nazionale del suo partito, il Pd, che la Puglia non può diventare la “Pattumiera d’Italia”. Renzi, dopo aver dimenticato dalla sua agenda il Mezzogiorno, non può ricordarsi della Puglia solo con opere e infrastrutture che danneggiano il nostro territorio vocato al Turismo. I “tanti problemi del Sud”, come sottolinea il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, non possono essere risolti convocando in pieno agosto solo un’assemblea del Pd e solo per dare risposte all’appello di Roberto Saviano! Il presidente Emiliano stia certo, in queste battaglie nell’interesse della Puglia ci troverà al suo fianco”.
Anche il senatore Dario Stefàno commenta la posizione dei vescovi salentini sulle trivelle, contenuta in un documento e ribadita, per voce di monsignor Vito Angiuli - vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, a Radio Vaticana:
“Spero che il grido di dolore della comunità salentina riesca a squarciare finalmente il muro dell’indifferenza che il governo ha alzato a Roma nei confronti della Puglia. Le parole di monsignor Vito Angiuli non si prestano ad interpretazioni: vi è la condanna totale per una pratica di ricerca del petrolio nei nostri mari che andrebbe a deturpare bellezza e paesaggio, valori fondamentali per il turismo pugliese, e su cui invece ostinatamente il governo nazionale continua imperterrito ad andare avanti”.
“Non possiamo accettare più – evidenza Stefàno – che il nostro territorio, come sostengono anche i nostri vescovi, venga trasformato in una pattumiera e che il nostro sistema economico ed il turismo siano compromessi per sempre, per scelte che nulla hanno a che fare con le strategie di sviluppo per la crescita dei nostri territori".
“Bene dunque ha fatto il presidente Emiliano – conclude Stefàno- ad impugnare i decreti del governo, perché questo riaccende la speranza che la via di sviluppo scelta dalla Puglia sia rispettata. E pazienza se a farlo, come noi a questo punto speriamo, sarà la magistratura e non la politica”.
L'intervento di Mons. Vito Angiuli a Radio Vaticana
D. - Cresce la protesta in Puglia per il progetto governativo di trivellare il mare in cerca di petrolio, lungo le coste ad alta densità turistica. Si tratta di una mobilitazione che unisce le realtà locali della politica, della società e della Chiesa.
R. - Noto come a livello ecclesiale e civile ci sia un risveglio della coscienza e il desiderio di portare il proprio contributo alla soluzione di questi problemi. Porto un piccolo esempio: tutti i vescovi del Sud Salento, da Lecce in giù, hanno diramato un documento, letto in tutte le parrocchie e divenuto oggetto di riflessione da parte di tutto il popolo di Dio presente nel nostro territorio. Ciò ha suscitato una manifestazione comune; abbiamo fatto, insieme a tutti i vescovi e i rappresentanti delle associazioni, un momento di preghiera per fare poi un percorso fino a Leuca. Da questo sono nate tante altre iniziative. Quello che è importante sottolineare è la presa di coscienza anche dei sindaci dei nostri territori e delle Istituzioni regionali.
D. - Il governo cerca di fare cassa con il petrolio, forse senza valutare il rischio ambientale che deriva dalla presenza delle trivelle sul territorio…
R. - Il problema è innanzitutto di politica generale; una politica energetica di carattere generale, perché anche il governo più volte ha sostenuto che la politica portata avanti fino ad oggi deve essere assolutamente cambiata e che bisogna cercare altre fonti energetiche. Quindi c’è una questione di carattere strategico che riguarda l’impostazione di questa politica. Per quanto riguarda il problema più specifico, quello delle trivelle, pare sia acclarato che da noi ci sia poco petrolio, oltretutto di scarso valore. Non si vede quindi il motivo di impegnare questo nostro territorio, che si fonda sul turismo e non si capisce perché si debba deturparlo senza poi avere dei vantaggi, perché non ce ne sarà nessuno di carattere economico. La scelta non sembra quindi razionale. Questo è il punto fondamentale. Certo, non risulta comprensibile perché si debba dare addirittura a sette multinazionali il compito di portare avanti delle ricerche che non porteranno alcun vantaggio economico ma che sicuramente deturperanno il territorio. Se si tiene conto che l’unica risorsa del Meridione e del Sud Salento è il turismo, vuol dire che si aggiunge danno a danno; se poi si pensa che abbiamo già il grave problema della Xylella ancora non risolto, non so come si possa prevedere qualcosa del genere. Poi c’è tutto il problema dell’Ilva a Taranto… Insomma il Sud non può diventare una pattumiera con tutti questi problemi. Non si può aggiungere problema a problema. Non si vede il motivo per cui con i problemi che già abbiamo, si debba intervenire anche nel mare, tanto più che non ci sarà nessun guadagno dal punto di vista economico.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Già pubblicato sul tema: Trivelle, ricorso alla Consulta E soccorso di Fiorella Mannoia