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CSM, 'ammonimento' a Emiliano per la sua iscrizione al PD
Il CSM decide per "l'ammonimento" a Michele Emiliano per la sua tessera al PD. Il Governatore resta critico. Il commento di Raffaele Fitto.
Alla fine il Consiglio Superiore della Magistratura - CSM decide per "l'ammonimento" a Michele Emiliano per la sua tessera al Partito Democratico. La più lieve sanzione disciplinare prevista per i magistrati. Ma il presidente della Regione Puglia, già segretario regionale del PD resta critico sulla sentenza odierna del CSM relativa al procedimento disciplinare che lo riguardava e dichiara: “Accetto la meno grave delle sanzioni disciplinari previste per i magistrati con serenità e con rinnovata determinazione nello svolgimento del mio incarico di Presidente della Regione Puglia".
"La sanzione è la più tenue e non ha alcun effetto pratico sull’esercizio delle mie funzioni, ma ciononostante ritengo di non averla meritata. Essere il primo ed unico magistrato italiano al quale si è contestata nel pieno dello svolgimento di un mandato politico ad elezione diretta l’appartenenza ad un partito politico, mi fa sentire un caso da laboratorio ancora da approfondire".
"La complessità teorica della vicenda ha costretto il CSM a rimettere la questione alla Corte Costituzionale dopo undici anni dalla mia iscrizione al partito. Sono sempre stato convinto, come tutti gli altri numerosi magistrati eletti, come me iscritti a un partito, che l’aspettativa - che mi è sempre stata regolarmente concessa per l’espletamento del mio mandato di sindaco e di presidente della Regione - mi rendesse a questi fini un cittadino eletto come tutti gli altri, abilitato a partecipare alla formazione dell’indirizzo politico degli enti da me governati all’interno dei partiti.
"Scopro oggi che ciò che vale per altri sindaci e Presidenti, secondo il CSM, non vale per me e, quindi, per tutti i Magistrati eletti in incarichi politici. Questi dovranno costruire l’indirizzo politico con metodo innovativo rispetto alle previsioni della Costituzione, seguendo l’indirizzo della Corte Costituzionale che ha rimesso al CSM il compito di precisare fino a che punto si possa avere a che fare con i partiti da parte di un eletto magistrato".
"In modo dichiarato, la Procura Generale ha promosso l’azione disciplinare per conoscere l’indirizzo del CSM in materia che mai era stato chiarito in precedenza. Valuteró la motivazione della sentenza ai fini della impugnazione nei successivi gradi, nella speranza che questa vicenda sia occasione per il legislatore di intervenire per evitare gli equivoci sin qui verificatisi”.
Pungente il commento a caldo del presidente di Direzione Italia Raffaele Fitto: "Solo un cartellino giallo? Per anni Michele Emiliano ha violato un chiaro dispositivo di legge che vieta ai magistrati di prendere la tessera di un partito e oggi il Csm gli dà uno “scappellotto”. Lo ammonisce con la più blanda delle sanzione previste".
"La storia politica della Puglia è stata ed è costellata di questi episodi : magistrati che il giorno prima indossavano la toga e il giorno dopo erano militanti e candidati… e sarebbero serviti molti più “cartellini rossi” per evitare una degenerazione che in diversi casi ha rischiato di compromettere la credibilità della magistratura ed ha visto condizionare in modo grave ed imbarazzante la storia della politica pugliese".
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Il CSM, Emiliano e la diligenza di Montesquieu