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Decreto Salva Ilva, Gip Taranto solleva questione legittimità costituzionale

“L'immunità penale all'ILVA non è più un dogma. Si dovrà esprimere la Corte Costituzionale”, dichiarano in una nota Fulvia Gravame, responsabile del nodo PeaceLink di Taranto, e Alessandro Marescotti, presidente della stessa PeaceLink, “Finisce l'era della Ragion di Stato e si rimette in moto lo Stato di diritto, così come disegnato dalla nostra Costituzione. Finisce il patto con il diavolo fatto da governi diversi, tutti allineati nel disprezzo della vita e dei diritti umani”.

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“Hanno tentato di tenere aperta l'ILVA a tutti i costi – prosegue la nota - anche a costo di calpestare i principi della Costituzione. Adesso che la magistratura ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale tutto ritorna nell'alveo di una corretta valutazione della legittimità delle leggi, che non possono dimenticare la vita e la salute dei cittadini”.

“PeaceLink aveva da tempo chiesto che venisse fatto questo passo - aggiungono Gravame e Marescotti - e il passo è stato fatto. E' un'immensa gioia sapere di aver operato per la difesa della Costituzione e di aver avuto ragione nel farlo. A rendere necessario un passo di questo tipo è stata anche la sentenza della CEDU di Strasburgo che ha censurato l'Italia sul caso ILVA, accertando una violazione dei diritti umani della popolazione residente”.

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“Adesso si vada avanti – concludono - perché non un'altra persona, non un altro lavoratore, non un altro bambino, possano essere sacrificati sull'altare della Ragion di Stato”.

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Sulla notizia del giorno interviene anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: “La decisione del GIP di Taranto di sollevare la questione di legittimità costituzionale del decreto Salva Ilva del 2015, con riferimento all’immunità penale dei gestori dell’ex Ilva, ora ArcelorMittal Italia, è buona notizia”.

“Da tre anni - ricorda emiliano - la Regione Puglia chiede a tutti i governi che si sono succeduti di eliminare l’immunità penale e di abrogare tutti i decreti che consentono alla fabbrica di funzionare ancora oggi a carbone. Non esiste ancora nessuna norma che obblighi la riconversione della fabbrica utilizzando tecnologie non dannose per l’ambiente e la salute umana”.

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“A questo aggiungiamo – prosegue Emiliano - che la Regione Puglia nel giudizio pendente, per l’impugnazione del vigente piano ambientale, ha eccepito l’incostituzionalità dell’ultimo decreto Salva Ilva, per aver dato prevalenza all’interesse della produzione a scapito della salute dei cittadini. Questo è per noi inaccettabile”.

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“Cosa farà il Governo? Chiederà all’Avvocatura di Stato di difendere questi provvedimenti? - si chiede il Governatore - Non può essere la magistratura a supplire ancora una volta al vuoto politico e legislativo. L’attuale maggioranza parlamentare, con un sussulto di dignità, intervenga per via legislativa e ponga fine a questa indecenza giuridica prima che si pronunci la Consulta”.

“Non smetteremo mai di far sentire la voce dei pugliesi e dei tarantini - conclude Emiliano - finché non saranno ripristinate quelle garanzie a tutela dell’ambiente e della salute che dovrebbero essere un diritto inalienabile”.

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Ex-Ilva, sequestro collinette a ridosso quartiere Tamburi

 

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