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Enzo Amendola, le radici troiane del ministro per gli Affari Europei
Profilo del Ministro agli Affari Europei, Enzo Amendola: natali campani e radici troiane per un testimone moderno tra i professionisti della politica.
Avevano cominciato a chiamarlo affettuosamente “Cupiello”, per il fatto che arrivasse a Troia (Fg), da Napoli, puntualmente per le festività natalizie, dato che il papà Carlo aveva radici locali (una zia che a Troia faceva l’ostetrica, “Angiolina a vammanell’“, lo aveva adottato dopo la morte prematura della madre), ed anche perché da bravo ragazzo non mancava alcuno degli appuntamenti canonici in famiglia: dal cenone della vigilia al Christus col Bambinello, quindi la tombolata e tutto quanto al Sud fa Natale.
Per cui, Enzo Amendola, oggi ministro agli Affari Europei - nel governo Conte-bis - per gli amici più stretti è rimasto “Cupiello”, sommando il riferimento “eduardiano” agli altri con illustri parlamentari, che in qualche modo ne hanno segnato una sorta di onorevole predestinazione: l’omonimia con lo storico leader del PCI, Giovanni Amendola, e la frequentazione del paesino dauno, che dette i natali al primo Presidente del Consiglio italiano proveniente dalla Puglia, Antonio Salandra.
45 anni, nascita e formazione napoletane, moglie marocchina Karima Moual - firma illustre del giornalismo internazionale con radici nella provincia di Tangeri - due figli, Jamira 4 anni e Carlo Karim 4 mesi, sono il rinforzo anche nella rappresentazione famigliare al carattere mediterraneo di Amendola.
Enzo, con Giuseppe, Paolo e Vito componevano il quartetto di moderni moschettieri che si ritrovava a Troia, immancabilmente ogni fine d’anno - spesso anche d’estate - sui gradini del piccolo negozio di generi alimentari del nonno, Vincenzo Lanza (sul corso principale, all’angolo di via Lucinda del Gaudio) o su quelli della dirimpettaia locale sezione dei DS - sotto il Rosone più bello di Puglia - dove quelli di Aramis restavano i panni più congeniali idealmente assunti dall’odierno ministro.
Una vocazione politica, corredata di raffinata diplomazia, che prende corpo già negli anni ’90 nella Lega Studenti Medi della FGCI e ben presto sfocerà nell’esperienza dirigenziale in A Sinistra - Associazione Studentesca della Sinistra Giovanile, coordinata dall’attuale segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti.
Nel 2001 l’esordio all’estero, a Vienna, dove rimarrà fino al 2007, prima come Segretario e poi come Vice Presidente della IUSY - International Union of Socialist Youth. Questo è il periodo speso in giro per il mondo, per accendere nuove, lungimiranti e proficue relazioni fino in Nuova Zelanda.
L’ingresso nella segreteria nazionale del PD, sarà il prologo al salto del 2009, quando vincendo le primarie diventerà segretario regionale del Partito Democratico della Campania fino al febbraio del 2014. Eletto deputato sempre in Campania alle politiche del 2013, sarà capogruppo nella Commissione Affari Esteri, per poi essere nominato Responsabile nazionale del PD con delega agli Esteri nella 2º Segreteria "unitaria" di Matteo Renzi.
Solido riferimento sul fronte Esteri con ben 5 segretari PD (Fassino, Bersani, Epifani, Renzi e Zingaretti) e poi di 3 ministri (Mogherini, Gentiloni e Alfano), è tra i pochi italiani a poter vantare anche la presidenza, per alcune sedute, del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
L’Europa, nella visione del ministro troiano d’adozione, “E’ una comunità di intenti e di destini. L’Europa non è un bancomat, semmai è una polizza assicurativa, ancor più rilevante se alziamo lo sguardo e vediamo gli squilibri e la competizione che ci sono fuori dai nostri confini. Lungo questa frontiera - spiega - noi dobbiamo avere un rapporto strutturale con l’Africa e con il Medio Oriente. Per cui, servono corridoi umanitari, non muri. Anche perché, un Paese che integra è più coeso e la sua identità nazionale è più solida”.
Ecco perché Enzo Amendola rappresenta l’interlocutore ed ambasciatore ideale per “Il Cammino dei Troiani”, il progetto avanzato dalla Compagnia degli Exultanti e dall’Accademia dell’Acquasale, in occasione del 1° Convegno Nazionale sul “Cammino dei Fari Italiani” (Bari, Set/2018).
Un ideale “Percorso di Luce” che, incrociando quella dei fari con i rosoni delle Cattedrali e delle chiese non solo italiani, si dipani lungo le rotte dei ‘troiani’, mettendo in relazione Troyes in Francia, Troia in Puglia e Truva in Asia Minore.
Obiettivo: sviluppare un cammino di antica tradizione ‘pellegrina’ in un gioco di sponda tra costa ed entroterra, tra la luce emessa e quella catturata dai rosoni persino nei riverberi; tra il segnale visivo ed intermittente dei fari e il richiamo melodico ed acustico dei campanili, ma anche tra la suggestione della devozione, della contemplazione e quella della speranza, del coraggio e della creatività umana.
Un itinerario, percorribile nei due sensi (e non unidirezionale come il Cammino di Santiago o la Via Francigena), che tenga legata la Turchia all’Europa, che colleghi il Faro della punta di Saint Mathieu in Bretagna con quello sul Bosforo a Istanbul: porta europea sul continente asiatico, rimbalzando sulla Puglia: ponte italiano proteso verso l’Oriente. Dall’Appia all’Egnazia e alla Traiana, le strade consolari, infatti, continuano a segnare le reti e le loro trame moderne, nella bellezza consapevole e più che mai evidente che: “Il futuro è nelle radici!”
“La mia è l’ultima generazione di professionisti della politica”, ha avuto modo di affermare in una recente intervista Amendola, “Il professionismo politico, ormai, è considerato quasi un mestiere infamante. Tornerà di moda”.
(gelormini@gmail.com)
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Pubblicato sul tema: Il Millennio di Troia, finale con il ministro Amendola e il DG Luiss Lo Storto