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Ex-Ilva, adesso a minacciare la chiusura è la stessa ArcelorMittal
La minaccia dell'AD Geert Van Poelvoorde: " “In assenza di una soluzione al problema della protezione legale, l’ex-Ilva di Taranto chiuderà il 6 settembre"
Il comunicato battuto dall’ANSA è secco e diretto: “In assenza di una soluzione al problema della protezione legale, l’ex stabilimento Ilva di Taranto chiuderà il 6 settembre, quando entrerà in vigore la legge che ha abolito l’immunità”. Ad affermarlo è l’Amministratore Delegato di ArcelorMittal Europa, Geert Van Poelvoorde, a margine di una conferenza di Eurofer.
“Il Governo continua a dirci di non preoccuparci, che troverà una soluzione, ma finora non c’è niente”, aggiunge nella nota l’AD, “Quindi il 6 settembre l’impianto chiuderà. Abbiamo ancora due mesi, spero che il Governo trovi una soluzione, siamo aperti a discutere”.
Parole che irritano il vice premier Luigi Di Maio, che reagisce in maniera perentoria: "Io non accetto ricatti. Qui la legge è uguale per tutti. Ilva resti aperta, non hanno nulla da temere, le soluzioni si trovano". E in tarda serata fonti del ministero E dal suo ministero, quello dello Sviluppo economico, anticipano che per il 4 luglio è stato fissato un incontro tra Di Maio e lo stesso AD di ArcelorMittal.
La tensione è salita anche per il contemporaneo avviso inviato ai dipendenti, sulla cassa integrazione, con le indicazioni sul numero delle giornate da considerare in CIG: "L'avvio della Cig per i lavoratori dell'Ilva tramite comunicato stampa - sottolineano dal MISE - è un atteggiamento irresponsabile che mina l'equilibrio sociale del territorio di Taranto. Un equilibrio messo già a dura prova in questi decenni e che crea allarmismo e tensione”.
Sempre dal MISE si ribadisce: "L'azienda era stata informata già a febbraio 2019 degli sviluppi circa la possibile revoca dell'immunità penale introdotta nel decreto-crescita, alla luce della questione di legittimità costituzionale sollevata dal gip di Taranto - l'8 febbraio scorso - sui diversi provvedimenti (tra cui proprio l'immunità penale) emessi dai Governi precedenti, per salvare lo stabilimento siderurgico".
L’annuncio di Van Poelvoorde si riferisce alla contestata norma, contenuta nel decreto crescita, sulla fine dell'immunità penale per le società che operano nell'area ex-Ilva e limita l'immunità (sull'attuazione del piano ambientale) al 6 settembre 2019, per proprietari e amministratori dello stabilimento tarantino: "Noi non siamo in conflitto con il governo, non sappiamo perché faccia quello che fa, avrà le sue ragioni - afferma con forza Van Poelvoorde - ma diciamo che in queste condizioni non si può andare avanti. Non posso mandare i miei manager lì ad essere responsabili penalmente", indicando una situazione di per sé già “anomala”, perché l'impianto è sotto sequestro.
“ArcelorMittal - riafferma l’AD - è rimasta "sorpresa" dalla decisione del governo di togliere la protezione legale. Mentre, allo stesso tempo, il governo ci dice che non vuole che ce ne andiamo, ma vuole che restiamo, e ci dicono che risolveranno il problema. Noi abbiamo scritto un articolo molto chiaro per dire che il 6 settembre, quando entrerà in vigore questa legge, l'impianto si fermerà se nulla sarà successo".
Tra i primi a commentare l'annuncio shock, arrivato da Bruxelles, è stato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci: "Le dichiarazioni del gestore continuano a generare molta preoccupazione. Già al tavolo del CIS di lunedì scorso, a Taranto, avevo chiesto al vicepremier Di Maio se stesse elaborando per precauzione un piano alternativo, ma la risposta non è stata convincente. Spero - conclude Melucci - che il governo agisca in fretta, per mettere in sicurezza la vicenda".
L'amministratore delegato ha assicurato che l'ArcelorMittal sta implementando il piano come previsto: "Noi ci fidiamo delle dichiarazioni del governo, stiamo andando avanti con il piano, non rallentiamo e aspettiamo che il governo trovi una soluzione perché non c'è motivo per cui ci mandino via. Ma apparentemente non vedono questo problema grave come lo vediamo noi e quindi hanno detto che lo risolveranno, lavorando a una soluzione legale".
L'azienda - a quanto si sa - avrebbe preferito aspettare che sulla questione dell'immunità si pronunciassero i giudici, al cui esame è stata sottoposta la questione, il cui parere è previsto in ottobre. “Ma il governo ha voluto comunque votare il provvedimento che abolisce le tutele - ha ripetuto Van Poelvoorde - anticipando l'esito dell'analisi dei giudici. Non puoi gestire un impianto sotto sequestro, quando non hai protezione legale. E’ impossibile!".
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Ex-Ilva Taranto, Peacelink scrive a Di Maio: 'MISE ritiri ricorso al TAR'
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