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Ex-Ilva Taranto, la soluzione eolico off-shore per la decarbonizzazione

Si torna a insistere sulla prospettiva eolico offshore anche a Taranto per decarbonizzare: uno studio di The European House - Ambrosetti incoraggia in tal senso

Utilizzare l’energia del vento, lontano dalle coste e su piattaforme galleggianti, per soddisfare gli obiettivi di energia rinnovabili stabiliti dalla Ue.

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Per l’Italia è la grande occasione dell’eolico off shore galleggiante: il nostro Paese avrebbe le potenzialità, che al momento non ha minimamente sfruttato, per diventare uno dei leader europei del settore grazie alla sua posizione geografica. E potrebbe sviluppare, nei prossimi 25 anni, un giro d’affari per oltre 250 miliardi e creare occupazione nei prossimi anni per 1,3 milioni di persone.

E’ la tesi dello studio presentato alle tre giorni di Cernobbio su iniziativa di The European House - Ambrosetti, in collaborazione con Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia, tra i gruppi industriali maggiormente interessati a una accelerazione dei progetti dell’eolico.

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Si tratta della Floating Offshore Wind Community, un progetto creato da The European House - Ambrosetti in collaborazione con i partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia, la società che gestice l’ex Ilva di Taranto, presentato nell’ambito del Forum di Cernobbio, da Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House - Ambrosetti; Pierroberto Folgiero, ceo di Fincantieri; Lucia Morselli, ceo di Acciaierie d’Italia; Carlos Martin Rivals, ceo di BlueFloat e Toni Volpe, ceo di Renantis, coadiuvati dall’advisor scientifico Tim Pick, già consulente del governo del Regno Unito per lo sviluppo dell’eolico offshore.

"Acciaierie d’Italia, ed in particolare lo stabilimento siderurgico di Taranto, partecipano a questo importante e strategico progetto di sviluppo delle piattaforme eoliche offshore galleggianti per una duplice ragione", ha dichiarato Adolfo Buffo, Direttore Generale Qualità, Ricerca, Sviluppo e Sostenibilità di Acciaierie d'Italia: 

1) Perché ADI è il produttore italiano qualificato e certificato di acciaio di qualità e di lamiere per impieghi strutturali. Questo è il nostro business!

2) Perché ADI è un grande consumatore di energia e per sostenere la transizione energetica dello stabilimento di Taranto verso una progressiva decarbonizzazione e indipendenza dai combustibili fossili punta ad aumentare l’utilizzo di energie verdi rinnovabili.

"In linea con le Direttive Europee - ha aggiunto Buffo - attraverso investimenti nel fotovoltaico e nell’eolico, ADI intende quindi promuovere e sostenere l’installazione di grandi impianti di energie rinnovabili. Il cui utilizzo contribuirà a ridurre l’impronta carbonica dell’acciaio, riducendo le emissioni di CO2 e di tutti i fattori di emissione in generale, creando così un circolo virtuoso per l’ulteriore riduzione delle emissioni".

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"Anche grazie a questo progetto, che sarà realizzato con partner importanti e di primo livello, ADI - ha proseguito Buffo - vuole tornare ad essere un importante riferimento produttivo, tecnologico ed economico del Paese Italia!Da un punto di vista tecnologico, infatti, ai fini dello sviluppo e della costruzione delle piattaforme offshore galleggianti, sarà determinante il contributo dei componenti in acciaio strutturale che saranno prodotti e forniti dallo stabilimento di Taranto, che già produce lamiere strutturali per impianti eolici onshore e che ha già pianificato importanti investimenti tecnologici per il potenziamento delle linee di produzione delle lamiere nelle qualità e nelle dimensioni richieste dalle severe condizioni applicative dell’offshore".

"Lo stabilimento di Acciaierie d’Italia di Taranto in questi ultimi anni ha compiuto un notevole sforzo di sviluppo sostenibile, con un investimento di circa 2 miliardi di euro nelle migliori tecnologie presenti sul mercato, che hanno garantito un forte miglioramento della qualità dell’aria ed una drastica riduzione delle emissioni in aria, acqua e suolo".

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"Oggi il sito di Taranto - ha spiegato - si può considerare un benchmark di riferimento in Europa per le emissioni e per la produzione di acciaio che rispetta l’ambiente. Ecco perché oggi lo stabilimento di Taranto intende giocare un ruolo cruciale nella produzione di acciaio pulito e sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e del territorio".

"C’è un altro aspetto importante per tutto il Sistema industriale italiano - ha sottolineato Buffo - insieme agli altri partners di questo progetto strategico, ADI punta anche a far crescere il Porto di Taranto, a farlo diventare, vista la sua posizione baricentrica nel Mediterraneo, un hub importante anche per altri progetti strategici del nostro Paese: penso ad esempio alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina!"

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"Consentitemi un’ultima considerazione: ADI intende coinvolgere in questo progetto anche le competenze tecniche delle Aziende del proprio indotto industriale, che già operano, con competenze di primo ordine, anche nel settore delle infrastrutture portuali e della naval-meccanica".

"L’obiettivo - ha concluso Buffo - è quello di favorire, nel tempo, lo sviluppo di una filiera industriale per la produzione di componenti per la tecnologia eolica marina. E anche questo fa crescere il territorio!"

(gelormini@gmail.com)