PugliaItalia
Forum Bambini e Mass Media
Raccontare le persone e la verità
Il mondo della comunicazione finalmente decide di fermarsi a riflettere sul rapporto media/bambini alla ricerca della bellezza e dello stupore da trasmettere ai più piccoli. Creare palinsesti che vedano il pubblico delle "persone in età minorile" come una opportunità per sperimentare oasi di creatività nel rispetto della "grammatica dell'infanzia"....perché le parole sono un qualcosa da maneggiare con cura".
“Siamo persone che non comunicano a persone; preferiamo una comunicazione dedicata alla massa, dimenticando che questa è fatta di singole persone”. Lo ha detto Enzo Quarto, presidente regionale dell’Unione Cattolica Stampa Italiana e portavoce del “Forum Bambini e mass media”, tenutosi a Bari, in prima assemblea nazionale, sul tema “La Lettera di Bari: ascoltare e comunicare per costruire bellezza”, organizzata dalla stessa Ucsi e da numerose istituzioni regionali.
“Dal monitoraggio su media e minori condotto dal Corecom Puglia il dato più interessante è che, nella fascia protetta, la maggior parte delle emittenti televisive trasmette quasi esclusivamente pubblicità”, ha detto Felice Brasi, presidente regionale del Corecom.
Francesco Bellino, docente di Etica della comunicazione all’Università di Bari, ha messo in evidenza come: “La fascia protetta non deve solo essere quella in cui astenersi dal trasmettere alcuni tipi di programmi, ma l’occasione per programmare un palinsesto di qualità. Oggi viviamo in un clima ‘verofobo’, in cui confondiamo l’interpretazione con i fatti”, ha precisato, mentre “l’ideale regolativo della comunicazione è la verità". Perchè "Raccontare la realtà significa raccontare le singole storie delle persone”.
Per Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo nell’Università La Sapienza di Roma, che ha fatto pervenire la sua relazione: “Ci troviamo di fronte ad una totale deregulation” sia per le pubblicità che per la fruizione televisiva dei vari programmi. “Se negli anni Ottanta e Novanta gli educatori e, soprattutto, gli esperti in psicologia dell’età evolutiva venivano consultati periodicamente dalla Rai - quando questo servizio pubblico pianificava la messa in onda di un nuovo programma per ragazzi- questa consuetudine si è persa a favore delle cosiddette leggi del mercato”, ha aggiunto. Per riportare i bambini a una vita sana e adatta alla loro età occorre “tenerli lontani dallo schermo casalingo nei primi tre anni di vita”, “non abbandonarli a un consumo indiscriminato di programmi e di pubblicità”, offrire alternative ai bambini come i giochi e le attività all’aperto.
“In passato, i mezzi di comunicazione sentivano l’esigenza di mettersi in contatto con i ragazzi, oggi non più”, ha detto Andrea Melodia, presidente nazionale Ucsi. E riferendosi alle regole deontologiche dei giornalisti, ha aggiunto che queste “vanno capite, interiorizzate e trasformate in comportamenti etici”.
A tal proposito, Anna Montefalcone, centro Studi Apulia Film Commission, ha voluto segnalare che: "E' fondamentale che le istituzioni preposte e le agenzie formative si assumano il compito di promuovere il pensiero critico, soprattutto verso i bambini e gli adolescenti, affinché sappiano operare scelte di gusto, autentiche e autonome".
A farle eco Elvira Maurogiovanni - insegnante - che ha posto l’accento sull’attività-aboratorio nel quartiere San Paolo a Bari, per farne un quartiere di buone notizie: “Nel Laboratorio della Buona Notizia sono i ragazzi a scegliere come dire, quindi non solo scrivono, ma fotografano, riprendono disegnano. Studiando i mass media si impara a darsi il tempo, la lentezza intelligente dell'apprendere e comprendere: la notizia deve sedimentare dentro il ragazzo, che deve non solo capire, deve elaborare la sua emozione, deve farla diventare opinione”.
Il sigillo finale al forum può benissimo essere quello indicato ancora nella relazione della professoressa Oliverio Ferraris "...Se il programma è inzeppato di spot si può scegliere un video adatto ma ripulito dagli spot. Bisogna essere consapevoli che nelle pubblicità si nascondono messaggi che vanno ben al di là del prodotto reclamizzato: possono riguardare lo stile di vita, le scelte sentimentali, i ruoli familiari, i rapporti tra genitori e figli e tra coetanei ecc. sono messaggi che non vengono inviati allo spettatore in forma diretta ma indiretta e come tali hanno un loro subdolo potere perché non vengono analizzati razionalmente ma assorbiti inconsapevolmente".
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Forum 'Bambini e mass media' 1^ ediz. Affaritaliani.it aderisce - La Lettera di…