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Francesco, la Madre Europa
e le radici umanistiche

Antonio V. Gelormini

A Francesco il Premio Carlo Magno

Anni a disquisire sulle radici cristiane dell'Europa e poi, con buona pace di Eugenio Scalfari e Valéry Giscard d'Estaing, l'arguta raffinatezza gesuitica di Francesco compie il capolavoro.

Francesco Europa
 

Attingendo allo spirito zen e all'attivismo paziente di Gandhi e Martin Luther King, Papa Francesco ribalta il punto di vista, indica "le radici europee dell'umanesimo cristiano" e racconta un sogno.

Ha raccontato il sogno di un'Europa che è stata, e che ora non è più. Lo ha raccontato parlando ai leader europei arrivati in Vaticano, per assegnargli il Premio internazionale Carlo Magno, per il "Suo straordinario impegno a favore della pace, della comprensione e della misericordia in una società europea di valori".

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Alla cerimonia, nella sala regia del Palazzo Apostolico, erano presenti tra gli altri: Martin Schulz, Donald Tusk, Jean-Claude Juncker, Angela Merkel, Matteo Renzi, il re di Spagna Felipe VI e il presidente della Bce Mario Draghi.

"Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo", ha detto il Papa. "Sogno un'Europa giovane, capace di essere ancora madre".

"Sogno un'Europa che si prende cura del bambino - ha aggiunto - che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo". "Sogno un'Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l'essere umano".

Un discorso acceso dalla luce stimolante dell'esortazione quello del Papa italo-argentino, pronunciato davanti una platea di leader, re, ambasciatori, rappresentanti politici e internazionali di un'Europa che ha definito "stanca". Vecchia, una "nonna, vecchia e sterile" senza più ricordi. Non mancando di sottolineare che: "La creatività, l'ingegno, la capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all'anima dell'Europa".

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La chiesa aiuterà, collaborerà, parteciperà, ma l'Europa intanto deve "passare da un'economia liquida, che tende a favorire la corruzione come mezzo per ottenere profitti, a un'economia sociale. Da un'economia che punta al reddito e al profitto in base alla speculazione e al prestito a interesse a un'economia sociale che investa sulle persone creando posti di lavoro e qualificazione"

Amen!

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Il pudore dell'Europa e il 'Carlo Magno' a Francesco